giovedì, 16 maggio 2024
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Bonus mamme, troppe contraddizioni

Bordignon: “La misura non favorirà la natalità, il Governo corregga il tiro ed elimini gli effetti negativi”

La legge di bilancio 2024 ha introdotto il cosiddetto “Bonus mamme”, vale a dire l’esonero della contribuzione previdenziale (che incide, specifica Inps, per il 9,19% sulla retribuzione), fino a un massimo di 3.000 euro annui, per le donne lavoratrici che hanno almeno tre figli. In via sperimentale, solo per l’anno corrente, l’incentivo viene erogato anche alle donne con due figli. L’agevolazione, come molte di questo tipo, esclude le lavoratrici autonome e anche quelle domestiche. In questo caso si rivolge solo alle dipendenti, del settore pubblico e privato, con un contratto a tempo indeterminato.

Nel 2025 e nel 2026, il beneficio sarà assegnato alla nascita del terzo figlio.

Sul proprio sito istituzionale, Inps sottolinea che chi fosse interessato, al momento, dovrà rivolgersi al datore di lavoro, poiché sul portale non è ancora disponibile la procedura per la richiesta.

La misura, tuttavia, ha suscitato non poche perplessità, soprattutto per il rischio che molte lavoratrici, usufruendo dell’agevolazione, si trovino, poi, a pagare più tasse al momento della dichiarazione dei redditi, vanificando, in sostanza, l’agevolazione economica.

A spiegarci più nel dettaglio la questione è Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari: “Il cosiddetto Bonus mamme lavoratrici presenta troppe contraddizioni per potersi tradurre effettivamente in una misura adeguata di politiche familiari e per la natalità. Una misura decontributiva per le mamme lavoratrici soffre gravemente per non essere né universale, sono escluse in particolare le libere professioniste e le donne con lavoro precario, né strutturale, vista l’attuale provvisorietà dell’intervento, e anche meno generosa di quanto paventato all’inizio”.

“Inoltre, gli effetti fiscali che si stanno palesando ridimensionano ulteriormente questo provvedimento - aggiunge -. O si è trattato di un errore dei tecnici che si sono occupati di redigere la norma o si tratta di uno dei classici casi di «illusione fiscale»: con una mano ti do 10 sulla carta per poi riprendermi 4 con l’altra, e così risparmiare risorse”.

Il presidente del Forum delle associazioni familiari, ora, auspica che si possa correggere il tiro: “Chiediamo un provvedimento d’urgenza che elimini gli effetti negativi collaterali di questa misura. Se lo Stato vuole veramente incidere sui processi con queste misure, deve sterilizzarne gli effetti negativi”.

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