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Una preghiera incessante per Francesco

Anche noi ci sentiamo di dire a papa Francesco: “Tieni duro perché il mondo e la Chiesa hanno ancora bisogno di te”
20/03/2025

Da quasi un mese, nella sua malattia, Francesco è sostenuto giorno e notte da una incessante preghiera che si leva non solo dalla Chiesa, ma anche dal cuore di tante persone, non solo da cristiani, ma anche da non credenti che, comunque, provano affetto e riconoscenza per la sua instancabile opera di pace e di carità.

Certamente, l’aver visto in questi giorni la foto di Francesco che celebra la messa, e sentito in precedenza la sua voce seppur malferma e incrinata, è stato per tutti un motivo di conforto e soprattutto di speranza, affinché egli possa superare questa fase critica e ritornare tra noi. Soprattutto, ha conferito maggiore slancio e fiducia alla nostra preghiera “incessante” per la sua guarigione.

Il dono della preghiera

Forse non c’è situazione più adeguata della malattia per scoprire il valore e la forza della preghiera: anzitutto quella di intercessione, per ottenere da Dio il dono della sopportazione e della guarigione del malato; quella di consolazione e di sostegno al nostro turbamento e, infine, quella di lode e di ringraziamento per quanto il Signore ci ha dato attraverso la vita e la testimonianza di una persona cara che ora sta soffrendo molto e rischia la vita.

Noi cristiani non possiamo vivere senza la preghiera. Oltrettutto, è il dono più bello e gradito che possiamo fare a molte persone. Infatti, quando si vuole essere riconoscenti verso qualcuno o esprimere la nostra vicinanza per una determinata situazione o preoccupazione che sta vivendo, la cosa più apprezzata, anche da chi non crede molto, è sentirsi dire che ci ricorderemo di lui e dei suoi cari con qualche preghiera particolare.

Il Papa dei poveri e per la pace

Dalle interviste fatte a tanta gente semplice che staziona in preghiera davanti al policlinico Gemelli, in piazza san Pietro e un po’ ovunque, emerge sempre, al di là dell’affetto verso Pietro che proviene, per un cristiano, dalla propria fede, il riconoscimento di Francesco come di un papa che ama i poveri e gli ultimi e, in più, che parla con coraggio ai potenti della terra di pace, giustizia, solidarietà, a costo di prestarsi a critiche per il suo linguaggio a volte tagliente e scevro da ogni addomesticamento diplomatico.

Perfino Luciana Littizzetto domenica scorsa a “Che tempo che fa” ha dedicato la sua “letterina” a papa Francesco, dando voce così a tantissima gente semplice, ai poveri e a chi non ha possibilità di esprimere i propri sentimenti e le proprie apprensioni: “Ci hai fatto molto spaventare - ha detto la comica -. Tu per noi sei il quinto punto cardinale, soprattutto in questo momento in cui il mondo è guidato da uomini folli. Il mondo è un manicomio a cielo aperto, abbiamo Gaza distrutta e spianata, un signore che vuole costruirci sopra una riviera, la pace in Ucraina che non arriva, l’Europa che vuole riarmarsi; e tu, tu ti senti male. Ci siamo sentiti perduti. Tieni duro - conclude - per tutti gli esseri umani che non hanno potere. Ma per ora, stai tranquillo e guarisci”.

Anche noi ci sentiamo di dire a papa Francesco: “Tieni duro perché il mondo e la Chiesa hanno ancora bisogno di te”.

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