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Sicurezza sul lavoro: una cultura da diffondere

Riuniti a Marghera tutti gli enti interessati a ogni livello

Di fronte agli infortuni sul lavoro, tutti gli attori sono chiamati al dovere di accrescere sempre di più i livelli di sicurezza e di porre in essere tutte le azioni possibili al fine di ridurre i rischi e promuovere la cultura della prevenzione. Nasce da questa convinzione il convegno “La sicurezza sul lavoro: le imprese e la Pubblica amministrazione assieme per una transizione giusta”, promosso da Confindustria Veneto Est e sostenuto da Eni, Eurota e RemTech Expo, tenutosi la scorsa settimana nella sede di Venezia-Marghera.

L’evento ha voluto mettere a confronto tutti gli attori, dal Governo alle Istituzioni regionali, dagli Enti di controllo e sorveglianza come Vigili del fuoco, Inail e Spisal, alle imprese e ai sindacati, con l’obiettivo di collaborare a un nuovo modello sinergico di prevenzione per tutelare e promuovere la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori e prevenire infortuni e malattie professionali.

Sono intervenuti: Emanuele Prisco (sottosegretario al Ministero dell’Interno), Leopoldo Destro (presidente di Confindustria Veneto Est), Tiziana Basso (segretaria regionale Cgil Veneto), Gianfranco Refosco (segretario regionale Cisl Veneto), Roberto Toigo (segretario generale Uil Veneto), Enza Scarpa (direttrice Inail Veneto), Loris Munaro (direttore interregionale Vvf eneto), Nicoletta Ballarin (responsabile Spisal Ulss 3).

Nel 2023 le denunce di infortunio in Italia presentate all’Inail sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto alle 697.773 del 2022. Questo decremento è dovuto principalmente al minor peso dei casi da Covid-19, passati da circa 111 mila nel 2022 a meno di 6.000. Al netto dei contagi, la riduzione degli infortuni sul lavoro “tradizionali” è molto più contenuta, di poco superiore all’1%. Il calo è molto più consistente tra le lavoratrici (-27,6%) rispetto ai lavoratori (-8,1%). L’analisi territoriale evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente al Sud (-20,6%) e nel Nord-ovest (-19,6%), seguiti da Isole (-18,6%), Centro (-15,9%) e Nord-est (-9,9%). Concentrando l’attenzione sui casi mortali denunciati, i dati provvisori del 2023 mostrano una diminuzione del 4,5% rispetto all’anno precedente, da 1.090 a 1.041.

Il Veneto

Per quanto riguarda gli infortuni riconosciuti in Veneto, nel 2022 (ultimo dato disponibile), gli infortuni di lavoro riconosciuti a esito delle denunce sono stati 51.777, dei quali 45.485 in occasione di lavoro (6.292 in itinere). Nello stesso anno, gli infortuni mortali in occasione di lavoro riconosciuti sono stati 42. Il numero complessivo degli infortuni mortali accertati sale a 79, inclusi gli infortuni da Covid e quelli in itinere. Questi infortuni sono avvenuti per il 38% in siti industriali, per il 25% nei cantieri, per il 22% in agricoltura.

Le cause degli infortuni di lavoro in Veneto

Questi i motivi degli infortuni che si sono verificati in Veneto:

- 33% per mancato uso dispositivi di protezione individuale (soprattutto per le cadute dall’alto)

- 37% per comportamenti in violazione delle regole di sicurezza (uso di scale, rimozione protezioni)

- 30% per inadeguatezza delle misure e violazione delle norme antinfortunistiche (macchine o impianti non a norma).

Quindi il 70% degli infortuni ha come causa errati comportamenti umani che non vengono rilevati dai preposti alla sicurezza e le difficoltà di coinvolgimento dei preposti nell’attività di sorveglianza sul rispetto delle regole di prevenzione.

Il progetto pilota

Con questo evento, il territorio di Confindustria Veneto Est dà avvio a un progetto pilota per proporre un modello di prevenzione replicabile in altri contesti geografici, che veda operare congiuntamente tutti gli attori che operano nella sicurezza sul lavoro, attraverso iniziative da adottare nelle grandi come nelle imprese medio piccole per diffondere la cultura della sicurezza.

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