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Il Vescovo a Natale: “Noi abitiamo con Gesù”

L’omelia del Vescovo nella messa del giorno, a Natale, in Cattedrale

Il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha presieduto il giorno di Natale, in cattedrale, la messa del giorno. “Il Verbo, il Logos, l’eterna Parola di Dio venne ad abitare in mezzo a noi. Abita in mezzo a noi. È tra noi, e ci sta nella forma dell’abitare, ci sta come a casa. Gesù è a casa con noi. Abita le nostre case”, ha detto, tra l’altro, il Vescovo.

Il testo integrale dell’omelia

“In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini”

L’inizio del Vangelo di Giovanni ci fa sostare in contemplazione e in meditazione: un poco ci rapisce, anche in questo giorno di Natale, dopo che abbiamo celebrato nella notte, e abbiamo fatto spazio al mistero, e ci siamo rinnovati gli auguri di vita buona, di serenità e di pace. Ci rapisce in un viaggio al principio di tutto, nel cuore del senso profondo di tutta l’esistenza, di ogni creatura.

Il Verbo, il Logos, la Parola creatrice, Parola di Dio, Dio stesso per mezzo del qual tutto è stato fatto. Parola che è vita. In principio. Al fondo di tutte le cose. Sostanza di tutto ciò che esiste, e di ogni nostra parola. E la vita è luce, luce per gli uomini. Luce per noi. Luce in ogni cosa, luce in ogni notte, luce in ogni istante.

Ma il prodigio di questa meditazione, il miracolo di questa contemplazione sta qualche passaggio più in là, in questo testo così semplice e così vivo:

“E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi”.

Il Verbo, il Logos, l’eterna Parola di Dio venne ad abitare in mezzo a noi. Abita in mezzo a noi. È tra noi, e ci sta nella forma dell’abitare, ci sta come a casa. Gesù è a casa con noi. Abita le nostre case. “Le case sono il rifugio entro cui riparare e rigenerarsi, gusci in cui trovare sollievo alle fatiche del giorno, oasi dove sedersi intorno alla mensa e attendere gli ospiti, nidi dove far crescere i figli”. Che belle queste osservazioni di Elena Granata, architetto e urbanista, che descrivono il senso dell’abitare.

Ancora: “La casa è il nostro angolo di mondo, è il nostro primo universo, la feritoia da cui guardiamo fuori, il nodo che tiene insieme i pensieri, i ricordi, i sogni; è l’albergo dei nostri ricordi, il rifugio delle nostre speranze, il foglio dove si iscrivono i nostri pensieri, l’armadio dove perdere e ritrovare gli oggetti più cari; la casa è la persona stessa, miniatura del mondo, insieme di abitudini e di gesti che si sono inscritti nelle cose che ci circondano” Elena Granata, Abitare, in Luigino Bruni, Stefano Zamagni, Dizionario di economia civile. Nuovi Sviluppi, Città Nuova, Ecra, Roma, 2024, 11).

Quando abitiamo una casa la plasmiamo e ci lasciamo plasmare, la custodiamo, la adattiamo e ci adattiamo, ce ne prendiamo cura.

Tutto questo ci fa capire perché sia drammatica la situazione di chi per qualunque motivo è senza casa. Questo ci fa capire perché dobbiamo impegnarci tutti perché ciascuno abbia una casa da abitare.

Anche la terra e il creato sono casa, casa comune (ce lo ricorda da ormai dieci anni papa Francesco).

Abitiamo bene a casa se abitiamo bene anche le nostre città e i nostri paesi, e riusciamo a crescere in famiglia solo se le nostre famiglie sono in una rete vitale con altre famiglie e comunità. Il privato può essere rifugio soltanto se si apre a condividere spazi comuni.

È in queste nostre case, in questi nostri mondi e in questo nostro mondo, intreccio di relazioni, tessuto di vita, è qui che abita il Verbo.

È in questa trama di incontri, di riflessioni e di emozioni che il Signore Gesù viene ad essere uno di noi, per portarci ad essere come Lui. Ad amare come Lui, a vedere il mondo come Lui lo vede. A farci desiderare di accogliere tutti in questo nostro abitare, a far sentire tutti a casa con noi. Gesù, Verbo eterno, creatore e salvatore, ci fa stare a casa nei nostri affetti, allarga i nostri orizzonti, ci dona l’esperienza di abitare con noi, e noi con Lui:

“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20).

Ha già bussato, Maria e Giuseppe gli hanno aperto, i pastori lo hanno accolto, e noi ora abitiamo con Lui. Ci aiuta a rendere abitabile la nostra casa, il nostro mondo, le relazioni, la comunità.

“E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi”.

Ecco il dono grande, ecco la novità di Dio, ecco il fondamento di ogni nostra speranza e di ogni nostro impegno per il bene di tutti. Ecco il buon motivo per augurarci di cuore: Buon Natale.

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