Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Gabriella Dorio: vincente dalla nascita
“Devo la mia carriera al parroco del mio paese; è grazie a lui che ho cominciato a correre visto che i miei genitori non volevano”. Questo ed altri aneddoti ha raccontato la grande mezzofondista vicentina Gabriella Dorio che in occasione dei 40 anni dalla sua splendida medaglia d’oro nei 1500 conquistata alle olimpiadi di Los Angeles l’11 agosto del 1984, è stata ospite del Panathlon Club di Castelfranco che proprio quest’anno compie 40 anni di attività. In questa occasione speciale, Gabriella Dorio è stata una miniera di aneddoti, storie, commenti rivivendo anche i momenti che l’hanno consacrata proprio alla storia olimpica. A sollecitarla con le domande, oltre al presidente del Panathlon Club castellano Alessandro Zanetti che ha anche premiato con una targa uno dei fondatori, il dott. Mazzonetto, il giornalista e scrittore, Domenico Basso autore del libro “Volti e storie 40 protagonisti Italiani”. “Gabriella Dorio - ha spiegato Basso - è una bellissima favola e ancor più bello è stato raccontarla”. Infatti, Gabriella, quarta di undici fratelli, all’atletica si è avvicinata per caso vista la contrarietà dei genitori e grazie all’arciprete del paese. “Signor Dorio - ha detto il parroco al papà di Gabriella - vostra figlia ha questo dono di correre grazie a Dio” e qui mamma e papà, religiosissimi, si sono sciolti e hanno acconsentito, “a patto che alle gare ci venisse anche mio fratello”, ha spiegato Gabriella con il sorriso. E da qui è partita una delle più belle e fulgide carriere sportive che l’Italia ha avuto. “I miei non volevano che facessi atletica perché mostravo troppo le gambe. Allora la mamma mi faceva dei pantaloni che poi io accorciavo e lei allungava. Ho cominciato con una campestre che ho corso perché non c’era nessun altro che correva. Poi i Giochi a Ostia, dove il professore di ginnastica mi ha mandato, perché non ce n’erano altri, ma anche lì nonostante fossi piccolina e mingherlina nei miei 14 anni, ho vinto”. Giochi della Gioventù trampolino di lancio e poi Campionati italiani, record a non finire, fino all’oro olimpico di quel fatidico 11 agosto 1984 a Los Angeles a 27 anni di età: “Una giornata strepitosa - ha ricordato Dorio -, stavo benissimo fisicamente, senza nessun timore già prima della gara; mi sentivo padrona del mio corpo come non mai. Poi in gara dopo i primi 800 metri troppo lenti, ho preso in mano la situazione e ho cominciato a fare l’andatura come volevo io e ho vinto. Vittoria incredibile e il primo che ho cercato, con una piccola bandierina tricolore che ancora conservo, è stato mio marito che non sapevo se fosse o meno allo stadio, perché il giorno prima dalla troppa tensione, l’avevo lasciato solo che si arrangiasse, visto che non aveva il pass”. Gabriella Dorio ha, poi, parlato dei recenti europei di atletica. “Sono stati i più belli di sempre, anche perché questi ragazzi fino a tre anni fa li seguivo anche io insieme a Stefano Baldini, quali responsabili delle nazionali under 20. Baldini aveva incarichi tecnici, mentre io fungevo da motivatrice. E’ stato un bellissimo lavoro e una grande esperienza. Ora, vedere quei ragazzini scendere in pista, vincere e, poi presentarsi così bene davanti ai microfoni per le interviste mi ha veramente riempito d’orgoglio. Cosa deve fare ora la Federazione? Continuare a seguire soprattutto le società di periferia, non solo i campioncini. I ragazzini devono essere sempre seguiti anche se non fanno subito risultati, bisogna accompagnarli nella crescita”. E, poi, un consiglio: “Bisogna coltivare le società di periferia, perché sono queste il vero serbatoio del nostro sport. Ecco mi sarebbe piaciuto che la Federazione avesse regalato una cinquantina di biglietti alle società per mandare ragazzi e allenatori a vedere gli Europei”. E ora? “Ora cammino ed è bellissimo, perché abito tra Bassano e Marostica e ci sono molti bei percorsi da fare e non mi stanco”. Gabriella Dorio atleta che ha raggiunto i massimi livelli dello sport internazionale...senza bisogno di gossip;” Infatti mi ricordo che una volta Gianni Merlo della Gazzetta anche un po’ scherzando, ma non troppo, mi disse che non davo spunti per i giornali; non ero bellissima, non avevo fidanzati, non facevo dichiarazioni eclatanti, non facevo notizia, e aveva ragione. Certo è vero, gli dissi, ma la cosa importante è che io vinco”. Questa è stata ed è Gabriella Dorio, grandissima atleta e donna.