mercoledì, 30 ottobre 2024
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Più poveri senza migranti

Il saldo fra chi esce dal mercato del lavoro e chi entra, è da anni negativo, tanto a livello nazionale che regionale. A questo suppliscono, in parte, lavoratori stranieri, come evidenziato dal dossier statistico Immigrazione

Il dossier statistico “Immigrazione 2024”, presentato martedì 29 a Mestre, promosso da Cestim, centro studi Idos, Cil e Uil, annualmente informa sulla situazione dell’immigrazione a livello nazionale e locale. Alla raccolta e analisi dei dati veneti contribuisce anche don Bruno Baratto, direttore della Caritas tarvisina.

Da questi emerge che “nel contesto nazionale, in base ai dati provvisori dell’Istat al 31/12/2023, il Veneto si conferma al quarto posto per numero di residenti stranieri (504.977), mentre rimane al sesto posto per la loro incidenza sul totale della popolazione (10,4%). Rispetto a un saldo naturale (4.684 nascite in più dei decessi) terzo per consistenza in Italia, nel 2023 si registra sia una quota relativamente ridotta di iscritti in anagrafe dall’estero (28.012, quinta posizione nazionale), sia una marcata cifra di stranieri cancellati per lo stesso canale (4.141, seconda posizione nazionale). Da rilevare, inoltre, il consueto alto numero di acquisizioni di cittadinanza italiana, 24.410 (+2,5% rispetto al 2022), il terzo più elevato del Paese”.

La dinamica appena descritta fa sorgere una domanda: diminuisce la capacità attrattiva del Veneto? Per una risposta, sarà necessario attendere i dati consolidati sui residenti.

Natalità e fasce d’età. In regione i nuovi nati da entrambi i genitori stranieri sono stati 5.563: rispetto all’anno precedente sono 437 in meno, un calo in termini percentuali superiore al nazionale (-7,3% rispetto al -5,3%). Di fatto, l’apporto dei figli di stranieri nati in Italia sta sempre più diminuendo. Il segmento di popolazione straniera rimane, comunque, assai più giovane della italiana. Nel 2023, rispetto a un’incidenza media del 10,4% di stranieri sul totale della popolazione residente, le fasce d’età più giovani mostrano delle incidenze assai più alte: si va dal 13% della fascia 18-29 anni al 14,8% per la fascia 0-17, fino al 19,5% per la fascia 30-44. Giovani e in età lavorativa.

Distribuzione provinciale e nazionalità. I residenti stranieri si distribuiscono nelle provincie venete secondo tre livelli già noti: Verona (con 112.389 residenti stranieri, in leggerissimo aumento rispetto al 2022) e Padova (con 96.748, +1,5% sul 2022) registrano le concentrazioni maggiori; Treviso (con 89.798 residenti stranieri, in numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente), Venezia (89.131 e +1,5%) e Vicenza (81.924 e +1,6%) quelle intermedie; Rovigo e Belluno quelle minori.

Sostanziale stabilità per Romania (126.344 residenti), Marocco (45.922) e Albania (31.838), e consistente calo della Moldova (-4,8%, che porta il totale a 28.553), aumenti significativi per Sri Lanka (14.789, +3,2%), India (18.119, +5,9%), Bangladesh (19.890, +6,6%) e soprattutto per l’Ucraina (+10,3%, 18.011 residenti).

A fronte di una presenza stabile di stranieri, si nota come l’apporto dei figli di stranieri nati in Italia stia sempre più diminuendo. Il 15% della popolazione studentesca non è italiana, dato in aumento

Permessi di soggiorno. A fine 2023 i titolari di un permesso di soggiorno in regione erano 335.840, in calo del 5,4% (-1.079 unità) rispetto all’anno precedente. In questo caso, si può ipotizzare che un certo numero di soggiornanti di lungo periodo abbiano acquisito la cittadinanza italiana. Assai più rilevante, in termini percentuali, è risultato il calo dei permessi rilasciati per la prima volta nell’anno (-27,4%, per un totale di 28.215), in linea con il dato nazionale.

Economia, lavoro, imprenditoria e rimesse. Tra le diverse motivazioni che conducono le persone alla scelta di migrare, a tutt’oggi la prevalente rimane quella economica, legata alla possibilità di trovare migliori opportunità di lavoro. Il Veneto è una delle regioni di maggior richiamo sul territorio italiano. A fine 2023 quasi 263.000 lavoratori stranieri sul territorio regionale contribuiscono in modo importante al tessuto produttivo, agricolo e dei servizi, in particolare alla persona e in ambito turistico-alberghiero. A fronte di un’incidenza sul totale dei residenti del 10,4%, gli stranieri sono l’11,8% degli occupati. Si tratta soprattutto di uomini (56,8%), ma la proporzione di donne occupate è in aumento nell’ultimo anno.

I disoccupati stranieri sono quasi 21.700, il 22,2% di tutti i disoccupati in regione, e la maggioranza di essi sono donne (51,7%).

Imprenditoria. La scelta di fare impresa da parte dei cittadini nati all’estero è sempre più diffusa in regione. Solo nell’ultimo anno le imprese “immigrate” in regione sono aumentate di più di mille unità (+1.077) attestandosi a 54.490 a fine 2023, con un aumento del 2,0% in un anno e del 9,5% in 5 anni. Come si registra già da tempo, un’impresa su 4 è a guida femminile.

Rimesse. Secondo Banca d’Italia, sono stati inviati dal Veneto 696,7 milioni di euro nel 2023, dato per la prima volta in lievissimo calo (1,5%) dopo 8 anni di crescita continua. Il denaro è stato inviato principalmente verso Bangladesh (132 milioni, cifra in calo nell’ultimo anno), Ma-rocco (60 milioni, in linea con lo scorso anno) e Nigeria (57 milioni, in aumento rispetto al 2022).

Accoglienza e protezione internazionale. La novità è costituita da una crescita delle accoglienze rispetto al passato. In realtà potremmo affermare che si tratta di un dimensionamento delle accoglienze più adeguato rispetto alle potenzialità (demografiche, sociali ed economiche) della regione. Gli accolti a fine 2023 sono stati 7.612, con un aumento del 16,8% rispetto alla stessa data del 2022; un numero ancora in crescita a giugno del 2024 con 8.971 accoglienze, pari a un incremento nel primo semestre 2024 del 17,9%, il dato più alto fra tutte le regioni italiane. Un’ulteriore prova dell’incremento di rifugiati e richiedenti asilo si ritrova nei numeri in forte crescita dei permessi di soggiorno per motivi di protezione: si passa da 23.728 nel 2022 a 28.289 del 2023.

Formazione scolastica e universitaria. In Veneto, nell’anno scolastico 2022/2023, secondo i dati del Miur, erano presenti 99.604 studenti non italiani, il 15,2% della popolazione studentesca. Si segnala una costante diminuzione della popolazione scolastica complessiva e un graduale aumento degli iscritti non italiani, passati dal 12,8% del totale (a.s. 2012/2013) al 15,2% (a.s. 2022/2023); tra questi, i nati in Italia sono passati dal 55,1% al 71,2%. L’ultimo anno scolastico considerato vede un aumento di oltre 3.500 nuovi iscritti non italiani (+3,6%).

Rispetto ai percorsi delle scuole secondarie di II grado, se gli studenti italiani scelgono per il 46,7% un liceo (contro il 26,9% dei non italiani), tra i non italiani prevalgono per il 45,2% gli istituti tecnici (scelti a loro volta dal 36,9% degli studenti italiani), che precedono quelli professionali con il 27,9% (frequentati invece dal 16,5% degli italiani). Se immaginiamo una classe di 25 studenti, nei licei potremmo trovare in media 1 studente di cittadinanza non italiana, almeno 3 negli istituti tecnici, e 4 in quelli professionali.

In aumento del 14,2 % rispetto all’ultimo anno, gli stranieri iscritti nelle università italiane.

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