martedì, 01 aprile 2025
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Sulla riapertura del Tribunale della Pedemontana Comuni in ordine sparso

La sede fisica c’è già, il sottosegretario Ostellari, in accordo con il ministro Nordio, ne annuncia l’apertura, ma alcune Amministrazioni si stanno tirando indietro

Si ripete la storia dei Comuni della Pedemontana, del Trevigiano e del Vicentino. Sempre divisi, soprattutto quando si deve fare massa critica, quando si devono rivendicare finanziamenti e attenzione. Il nuovo Tribunale della Pedemontana ha già una sede fisica, realizzata con una spesa di otto milioni di euro, ma oggi ospita mestamente circa 200 allievi di una scuola, solo per non lasciarla inutilizzata. Un tribunale all’avanguardia, firmato da un grande architetto, Boris Podrecca. Si trova in via Marinelli, a Bassano del Grappa, dove c’era quello precedente, chiuso nel 2012 e trasferito a Vicenza, con intasamento per alcuni anni di quel Tribunale. La chiusura fu voluta dal quarto governo Berlusconi nell'ambito della riforma del ministro Severino. Il governo Monti lo prorogò fino al 2014, per smaltire l’arretrato.

Oggi, mentre il sottosegretario Andrea Ostellari ne annuncia l’apertura, d’accordo con il ministro della Giustizia Carlo Nordio, alcuni dei 70 Comuni che, tre anni fa, avevano firmato l’appello per la riapertura, si sono tirati indietro. Altri Comuni del Vicentino, una cinquantina, osteggiano questa apertura. I Comuni di Vicenza e Padova sono contrari. Treviso ha una posizione di equilibrio: “Non sono pregiudizialmente contrario al Tribunale della Pedemontana - afferma Mario Conte -, semplicemente registro che sul contenzioso civile il Tribunale di Treviso ha un 25 per cento di arretrato. Benvenuto al Tribunale della Pedemontana, a patto che non incida sull’operatività degli altri Tribunali”. Gli ordini degli avvocati, tranne gli avvocati di Bassano, sono contrari al Tribunale della Pedemontana.

Insomma, si ripete una situazione già vista con la Superstrada Pedemontana Veneta, quando il ministro delle infrastrutture Antonio di Pietro, secondo Governo Prodi, incontrò i comuni interessati, pronto a finanziare la Spv, e si trovò di fronte una serie di Comuni divisi, ognuno che tirava per modificare il tracciato e trasformarlo – come poi avvenne – in un ottovolante di curve e saliscendi. Il ministro girò la macchina e non si parlò più di finanziamento, fu la Regione a farsene carico.

“Nonostante i ritiri, non si possono trascurare quei settanta consigli comunali che, da Schio a Montebelluna, hanno firmato a favore del Tribunale della Pedemontana”, afferma Sandro Venzo dell’associazione Artigiani di Bassano. “C’è un elemento nuovo da considerare: la Superstrada Pedemontana Veneta ha rafforzato la sinergia tra le città della Pedemontana. Quella che era già un’area fortemente produttiva, ha ritrovato nuovo slancio”.

Venzo parla anche di una cultura industriale condivisa. “So bene che Vicenza non vede di buon occhio questo Tribunale. Io dico che se lo apriamo, alleggeriamo Vicenza e i tempi delle cause si accorciano su tutto il territorio. Forse questo discorso vale meno per le associazioni di avvocati, ma per le aziende è fondamentale ridurre i tempi delle cause. Se si leggessero le carte, poi, si vedrebbe che il Tribunale verrebbe aperto con i fondi del Pnrr. Il Ministero della Giustizia ha, poi, ribadito, che questa operazione si fa con nuovi concorsi per magistrati e cancellieri. Dunque, si aumenta il personale”.

Di parere opposto il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, che definisce la struttura di Bassano non adeguata. Contesta l’idea di “prossimità”: ormai gran parte delle procedure civili si svolgono per via telematica e non necessitano di alcuna presenza fisica nei tribunali. Da ultimo, sostiene che il Tribunale di Vicenza ha scalato le classifiche di efficienza, migliorando i tempi del vecchio tribunale di Bassano del 2012.

A decidere, contribuiranno le posizione politiche: l’apertura o meno del Tribunale della Pedemontana sarà una medaglia da indossare alle prossime elezioni regionali.

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