Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
San Benedetto punta a crescere e al green
“Se a Quello che sta Lassù va bene, io rimango”. Enrico Zoppas si diverte ancora a fare l’imprenditore e, nonostante gli 80 anni e il mezzo secolo e spiccioli alla guida della San Benedetto, ha intenzione di rimanere in sella anche i prossimi anni.
Saranno anni in cui ci sarà da evolvere velocemente, specie in direzione green. «Nel 2025 - spiega l’imprenditore - la legge ci imporrà di usare il 25% di plastica riciclata per ogni bottiglia: ci adegueremo». Si tratterà quindi di incrementare la percentuale di Pet riciclato nell’”impasto” che serve per creare ogni anno nientemeno che 4,7 miliardi di bottiglie (è il dato della produzione del 2023).
«Aumenterà il prezzo della plastica riciclata - prevede Zoppas - ma cercheremo di comprarne da Paesi esteri, dove la raccolta è più facile».
L’eco-sostenibilità è in effetti tanto un’opportunità quanto un problema: la San Benedetto ha imboccato questa strada ed è la ragione per cui ha scelto di aprire lo stabilimento di Scorzè, venerdì 22 marzo e sabato 23, a molti ospiti. Il 22 è il turno di autorità e giornalisti, il 23 quello di dipendenti e relative famiglie.
Innovazione ed espansione – nel segno della sostenibilità – sono i punti di riferimento: «Stiamo vedendo se e come espanderci», prosegue Zoppas. L’obiettivo è di crescere in Italia, dove la San Benedetto possiede già sette stabilimenti e più marchi: «Questo ci ha permesso di migliorare la logistica e di portare meno tir pieni di bottiglie in giro per il Paese. Stimiamo di aver tolto dalle strade, in questo modo, un migliaio di autotreni. Adesso stiamo osservando il Sud: la Puglia, la Calabria, la Sicilia...». L’idea non è tanto di aprire collaborazioni - «non è nella nostra strategia» - ma di acquisire.
E la cosa è possibile, dato che i conti vanno bene: l’anno scorso, per la prima volta, la San Benedetto ha superato il miliardo di fatturato; anzi, la stima dice che si è arrivati a 1,1 miliardi, con un incremento di più del 10% rispetto ad un anno prima. Un anno tanto buono al punto che anche a tutti i duemila dipendenti è stato offerto un significativo premio.
L’espansione, comunque, per ora, punta all’Italia e potrebbe continuare anche in Europa, dove l’azienda possiede già quattro stabilimenti (due in Spagna, uno in Ungheria e uno in Polonia), ma non prevede altri continenti: «La Cina e l’India, per esempio, per ora certamente no», esemplifica Enrico Zoppas: «Troppo distanti: noi vogliamo seguire da vicino la produzione». Ad ogni modo, invece, la vendita di acqua e bevande con il marchio della rondine coinvolge ormai 105 Paesi.
E il fatto che la produzione stia nel cuore dell’azienda e del suo presidente lo dimostra anche un’altra affermazione: «Dico e confermo che San Benedetto non punta alla Borsa. Significherebbe gestire l’azienda in modo diverso, perché la Borsa è portata ad avere risultati a breve termine; l’imprenditore invece pensa a lungo termine. Comunque mai dire mai: se l’azienda avesse un’espansione tale da aver bisogno di risorse, potrebbe andare anche ad attingerle in Borsa».
Produzione da migliorare e far crescere vuol dire investire: «Ogni anno investiamo 40-50 milioni di euro in nuove tecnologie. La prossima tappa, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, di cui siamo grandi consumatori, è il biogas. Probabilmente lo produrremo a partire dai rifiuti: ci sono già progetti in itinere».
Ma ciò che conta più di tutto, sintetizza Enrico Zoppas, è la partecipazione: «Qui in azienda vedo tantissima gente partecipare. Il che significa contribuire con il lavoro e soprattutto con le idee. E questo vale per tutti: spesso gli operai ne sanno di più di chi sta al timone. Se non ci fosse tanta partecipazione, d’altronde, alla mia età me ne sarei già andato in pensione da un po’».
Giorgio Malavasi