Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Lancenigo, scuola sempre più green
Progetto degli studenti al Planck, in collaborazione con la Provincia. Trasformata in giardino un'area di 500 metri quadrati che fino a ieri era occupata da rifiuti edili ed erbacce
Un polo scolastico a Lancenigo più green a partire dalla sistemazione dei giardini esterni. E poi lifting e riammodernamento degli edifici e delle aule, fino all’installazione di distributori di merendine e bevande senza involucri di plastica. I ragazzi del gruppo GreenPlanck pensano e progettano, e trovano un alleato nella Provincia di Treviso. La sinergia è stata confermata con un incontro al Sant’Artemio tra il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, e una rappresentanza degli studenti dell’Istituto Max Planck accompagnati dalla dirigente Emanuela Pol e dal professor Rocco Monteduro. Gli studenti hanno esposto il loro progetto finalizzato ad avviare un percorso virtuoso per migliorare la scuola in termini di sostenibilità ambientale e fruibilità degli spazi. Tutto è stato messo nero su bianco in un documento programmatico biennale.
“Non posso che apprezzare l’iniziativa degli studenti del Planck - ha commentato il presidente della Provincia - soprattutto perché nasce proprio da giovani adolescenti in un momento storico non facile, specie per loro. Iniziative come questa dimostrano che i nostri ragazzi e le nostre ragazze sono pronti a prendersi il futuro e a migliorare il nostro territorio”. Così, un’area di circa 500 metri quadrati fino a ieri occupata da rifiuti edili ed erbacce è stata trasformata in giardino per fare lezione o per incontrarsi nei momenti liberi, una vera e propria aula all’aperto.
Ma gli studenti hanno voluto anche impegnarsi in prima persona come hanno fatto nei mesi scorsi, durante i quali hanno lavorato per estirpare erbacce e a pulire il muro di cinta, operando nei pomeriggi.
“L’aver lavorato anche in piena pandemia - spiega la dirigente Emanuela Pol - ha motivato ancora di più i giovani che sembrano aver colto dietro all’emergenza sanitaria la possibilità di offrire un piccolo ma significativo contributo al processo di ricostruzione della nostra società”.