Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Don Giuseppe Busato accolto in tre comunità: Vascon, San Giacomo e Mignagola
“E tre”, ha detto con un sospiro di sollievo e di soddisfazione don Giuseppe Busato alla fine del “pellegrinaggio”, come lo ha definito il vescovo Michele Tomasi, per incontrare, domenica 26 ottobre, le tre comunità di Vascon, San Giacomo di Musastrelle e Mignagola, a lui affidate.
A Vascon l’accoglienza è avvenuta con il canto dei vespri, perché la liturgia delle ore, sono sempre parole del Vescovo, ci accomuna al resto della Chiesa, ci fa sentire con la guida dei pastori corpo di Cristo in cui ciascuno è impegnato per il bene di tutti e riceve il bene di tutti. Il Consiglio pastorale ha invitato don Giuseppe a sentirsi a casa sua e gli ha promesso collaborazione, a nome di tutti i gruppi presenti, per scoprire un nuovo modo di essere parrocchia. Dopo aver ringraziato per l’accoglienza, il nuovo parroco ha espresso il suo desiderio di lavorare insieme, per costruire una comunità, che va oltre i confini della parrocchia. “Non sarà facile -ha aggiunto -, perché conosco poco di questi territori, dovete portare un po’ di pazienza con me, che ho bisogno di capire la nuova situazione, ma con me anche credere nella presenza del Signore, che con il suo Spirito continua a guidarci in questa nuova esperienza”.
A San Giacomo, l’incontro è avvenuto all’interno della celebrazione di una liturgia della Parola. Dopo la lettura della lettera di Paolo ai Romani, cap. 12, mons. Tomasi ha sottolineato due elementi importanti per la costruzione del corpo mistico: per tutti il dono dell’esortazione, come strumento per incoraggiarsi a vicenda, per superare gli ostacoli, per rialzarsi dalle cadute, per nutrirsi di speranza; per don Giuseppe la presidenza diligente, nel senso che si esercita perché si ama il proprio ministero e si amano le persone che ci vengono affidate. Proprio su questo si è soffermato nelle tre sedi don Giuseppe, dicendo che non sa quanto sia bravo, ma è sicuro di voler bene alle persone che gli sono state affidate; i fedeli di San Giacomo non devono sentirsi “figli di un Dio minore”, perché formano la più piccola delle tre comunità. Una rappresentante del Consiglio pastorale aveva sottolineato che veniva accolto come padre, maestro e fratello nella condivisione di un nuovo e impegnativo cammino comunitario.
A Mignagola la chiesa si è riempita con la presenza dei fedeli delle tre parrocchie, ma anche dei molti venuti da Borghetto e Abbazia Pisani, dei familiari, di dieci confratelli sacerdoti, oltre al vicario foraneo. L’accoglienza qui è venuta all’interno della messa, con il Vescovo che ha ricordato, a partire dalla festa di Cristo re, quanto sia importante essere convinti che Gesù buon pastore ci ama, ci cammina accanto, è il modello da imitare nei rapporti con le persone, a partire dai più bisognosi. “Non abbiamo nulla da conquistare, ma siamo chiamati ad amare, per costruire comunione nella comunità, camminando con gioia insieme al nuovo parroco. Il suo servizio inizia praticamente a un anno dalla morte di don Raffaele, che certamente continuerà a intercedere per tutti dal cielo”.
Anche il rappresentante del Consiglio pastorale ha ricordato don Raffaele Coden, e ha ringraziato i sacerdoti che in questo anno hanno accompagnato la vita della parrocchia, augurandosi di continuare nel cammino intrapreso negli ultimi anni, in questa che è la parrocchia più giovane della collaborazione. Don Giuseppe, da parte sua, è ritornato sulla novità dell’esperienza, per cui non potrà utilizzare il “copia-incolla” del passato. Si è detto, comunque, sereno sia per l’accoglienza ricevuta che lo ha fatto sentire a casa, sia, soprattutto, perché è convinto che è il Signore a guidare la storia e come recita la conclusione delle promesse sacerdotali: Dio che ha iniziato la sua opera, la porterà a compimento. Ha concluso rinnovando il suo “eccomi”, pronunciato 25 anni fa nell’ordinazione e ha chiesto nuovamente pazienza e preghiera, perché non è facile lasciarsi alle spalle quello che si è fatto per intraprendere un percorso completamente nuovo.
Sabato sera e domenica mattina, rispettivamente a Mignagola e a San Giacomo, con una semplice cerimonia, si è ringraziato don Roberto Cavalli per il servizio svolto. Infine, va sottolineato che, in tutti e tre gli appuntamenti, la liturgia, nella sua sobrietà, è stata curata, grazie al contributo dei cori e degli addetti al servizio; che si è respirato un clima di fraternità e di particolare accoglienza, pur nell’incertezza che accompagna l’avvio di ogni nuova esperienza. (Giuseppe Pagotto)