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Merlengo: il vescovo Michele festeggia con la comunità san Bartolomeo e si ferma alla sagra del Riso

Un’atmosfera di festa ha pervaso, nel tardo pomeriggio di domenica 25 agosto, la comunità di Merlengo, riunita per celebrare la Pasqua settimanale, in occasione della festa del santo patrono Bartolomeo, con il vescovo Michele Tomasi. I versetti del vangelo di Giovanni hanno ricordato ai presenti la figura di Natanaèle (l’altro nome di Bartolomeo) e di come si sia riconosciuto e visto nel suo profondo in Gesù, esprimendo il suo atto di fede

La 49ª sagra parrocchiale di Merlengo, meglio conosciuta come sagra del Riso, che si concluderà domenica 1° settembre, si caratterizza per gli oltre 100 volontari che ogni sera cercano di far sentire “in comunità” quanti scelgono di trascorrervi una serata. L’impegno è, da sempre, quello di riuscire a coniugare la qualità della cucina – grazie alla collaborazione con i ristoratori che si alternano ogni sera – e prezzi accessibili.

Un’atmosfera di festa ha pervaso, nel tardo pomeriggio di domenica 25 agosto, la comunità di Merlengo, riunita per celebrare la Pasqua settimanale, in occasione della festa del santo patrono Bartolomeo, con il vescovo Michele Tomasi. I versetti del vangelo di Giovanni hanno ricordato ai presenti la figura di Natanaèle (l’altro nome di Bartolomeo) e di come si sia riconosciuto e visto nel suo profondo in Gesù, esprimendo il suo atto di fede. Il vescovo ha ricordato come “il riconoscere lo sguardo di Gesù su di lui” sia “il dono grande che può fare san Bartolomeo a una comunità che la tradizione dei martiri e dei santi ha messo sotto la protezione particolare”. Il porre lo sguardo su Gesù “cambia completamente ogni orizzonte”, perché “lui ci guarda e ci fa riconoscere e amare ciò che noi siamo. Questo sguardo ci permette poi di guardare a noi con la gratitudine di quello che il Signore ci ha dato”.

Nel corso dell’omelia ha invitato più volte i presenti a ringraziare “il Signore per il dono della fede e per tutto il bene che ci concede di fare”, e a prendere coscienza “di essere dono per se stessi e gioia grande per gli altri”. Poi ha aggiunto: “Per quanto abbiamo fatto delle esperienze belle nella nostra vita, il bello deve ancora a venire. Il bello deve ancora venire perché il bello è ciò che possiamo fare insieme quando non abbiamo più paura di non valer niente, di non essere considerati e riconosciamo che il Signore ci sta vedendo e ci riconosce per quello che siamo e la bellezza che portiamo”.

Dopo la messa il Vescovo si è fermato a cena sotto le strutture della sagra, ringraziando i volontari, stringendo mani, ascoltando vissuti ed elargendo sorrisi ai presenti.

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