Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
"Ritmi e danze" diventa "Giavera Festival"; cinque mesi di eventi in 8 località
L'appuntamento dedicato al dialogo tra culture e all'integrazione si rinnova radicalmente. Spiega don Bruno Baratto: "Vogliamo incontrare e valorizzare le piccole e grandi opportunità del territorio in cui viviamo, contando sull’esperienza cresciuta in questi anni di lavoro fatto insieme e sulla qualità delle proposte che abbiamo saputo elaborare".
Ritmi e danze dal mondo, quella che finora è stata conosciuta come “la festa di Giavera”, si rinnova radicalmente e diventa “GiaveraFestival” crocevia di incontri e di culture.
Molti gli ospiti d’eccezione che si sono alternati in questi anni come testimonial della festa, alcuni dei quali ancora molto affezionati, come Marco Paolini, Natalino Balasso, Gian Antonio Stella, altri che hanno costituito il focus di un’intera edizione, come il Ministro Cecile Kyenge o il premio Nobel Shirin Ebadi.
Almeno 500mila le persone che hanno partecipato alle edizione della festa in questi anni e molte quelle che hanno seguito le iniziative particolari come la “marcia dei Mille passi” nel gennaio 2017.
L’esperienza di 23 anni e la crescita progressiva,di qualità di proposte e di consenso di pubblico, le trasformazioni del nostro territorio e della storia del mondo di cui facciamo parte, la struttura organizzativa che chiede maggior flessibilità e maggior interazione con il pubblico, il rilancio di collaborazioni ancor più significative con le associazioni e le aggregazioni di migranti e le nuove generazioni, sono i motivi che hanno spinto l’organizzazione ad una ulteriore trasformazione.
“Si rende necessaria una terza “migrazione”, verso il territorio che abitiamo, per capire insieme non solo dove stiamo andando, ma anche verso dove e con chi vogliamo camminare. – dichiara don Bruno Baratto - Vogliamo incontrare e valorizzare le piccole e grandi opportunità del territorio in cui viviamo, contando sull’esperienza cresciuta in questi anni di lavoro fatto insieme e sulla qualità delle proposte che abbiamo saputo elaborare. Con un piede a Giavera, dove il festival è nato, grazie all’esperienza di quella casa di accoglienza per migranti, ma con molti altri piedi altrove, più vicino e più lontano, in cammino su strade ed orizzonti più larghi e più vari, camminando fianco a fianco con tanti altri artisti del quotidiano, capaci di scambiare ricchezze nuove nate da altri incontri e altri scambi”.
Nasce così il GiaveraFestival, ventitreesima edizione della manifestazione interculturale e insieme “numero zero” di una nuova trasformazione, frutto di questa ulteriore “migrazione” dopo quelle del 2002 allo stadio comunale e del 2009 al parco di villa Wassermann.
GiaveraFestival sarà così composto:
Un evento di apertura del Festival, al Palamazzalovo di Montebelluna, il 7 aprile con Natalino Balasso, che lancerà il titolo del Festival 2018.
Tra aprile e giugno la fase di Giavera girovaga, con tre appuntamenti già definiti:
- a Milano, sabato 14 e domenica 15 aprile,per esplorare le dinamiche di trasformazione che i migranti hanno portato in una grande città, e che potrebbero anticipare quanto vivremo qui;
- a Santi Angeli sul Montello, sabato 19 maggio, per tornare a riflettere e a “giocare” sui temi dell’educazione interculturale alla diversità, con gli insegnanti, gli alunni e i genitori della Scuola primaria e dell’infanzia “Don Marco dal Molin”;
- a Pordenone, sabato 23 giugno, per valorizzare l’esperienza di Mondo Tuareg, associazione che collabora con il Festival da tanti anni, e vivere con loro un momento originale di incontro con il territorio friulano.
- A Vicenza in giugno con l’associazione Il mondo nella citta', un evento culturale e artistico che valorizza un progetto di cittadinanza e partecipazione sociale
- Un quinto appuntamento è ancora “in costruzione”.
Il MicroMacroGFest, a Giavera del Montello, negli spazi del parco comunale di villa Wasserman, il 7 e 8 luglio, occasione durante la quale, nella cornice di una comunità allargata e nell’energia generata dalla festa, vogliamo ancor più sperimentare occasioni di incontro fra pratiche culturali ed artistiche diverse, e riflettere sui cambiamenti che il mondo sta vivendo, e noi con lui.
Ed infine, dal 24 al 26 agosto, un “evento sul confine”, a Konispol_in_fest, per aprirci ad orizzonti che vanno oltre la dimensione del territorio trevigiano e veneto, a Konispol, terra di migrazione, spazio di mare, crocevia di storie e culture, di scontri e di scambi tra Albania e Grecia. Incontrandone la gente vogliamo parlare di confine e confini, riflettere sulle dinamiche geopolitiche e culturali che si vanno snodando oltre l’Italia e coinvolgono il Mediterraneo intero. Vogliamo condividere con loro e con quanti verranno con noi dall’Italia altri ritmi altre danze e i prodotti di un altro territorio, in un clima di festa, di incontro, di riflessione e di scambio.
“GiaveraFestival raccoglie la sfida del cambiamento e ha l’ambizione di svilupparsi in un festival che dura cinque mesi e coinvolge tanti altri territori, da aprile ad agosto, da Giavera al Friuli a Milano all’Albania, e forse anche altrove. Per incontrare le diversità che possono diventare preziose risorse condivise, nell’affrontare i cambiamenti attuali” afferma Marco Berdusco.