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Droga, l'emergenza nascosta. Sos dal Ceis

l consumo di sostanze stupefacenti continua a essere elevatissimo, anche tra adolescenti e giovani. Ma, rispetto al passato, se ne parla di meno. Ecco i numeri dell’emergenza. E la situazione locale descritta dal presidente del Ceis Daniele Corbetta.

“Oggi è tutto più pulito. Per chi non conosce il mondo dei giovani, è difficile notare l’uso di sostanze stupefacenti. Le droghe classiche, come cocaina e hashish, si trovano a buon mercato e con la paghetta settimanale si può fare più di uno sballo”. C’è un’atmosfera più asettica attorno all’uso degli stupefacenti, come dichiara questo giovane, le morti sono meno frequenti, ma sopratutto sono scomparse le figure di giovani ciondolanti per le strade in preda a crisi di astinenza o sotto effetti allucinogeni.
Già a settembre la Relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia, presentata al Senato della Repubblica, anticipava questa situazione.
“Oltre il 43 per cento degli studenti - si legge - ritiene che, qualora lo volesse, saprebbe dove reperire facilmente la cannabis, in particolare i maschi e gli studenti più grandi, i diciannovenni. Il 39 per cento di tutti gli studenti ritiene che sia facile poter recuperare le sostanze, soprattutto in strada e negli spazi aperti, e a seguire a scuola (19 per cento)”. La spesa maggiore si indirizza verso la cocaina, almeno sei miliardi, seguita da cannabis 4 miliardi, eroina 2 miliardi, per le altre droghe 1,9 miliardi.


Due nuovi problemi si sono resi evidenti: la reperibilità delle sostante sulla rete internet e la mescolanza delle droghe, ovvero i “poliutilizzatori”. Le sostanze che i consumatori riferiscono di potersi procurare online sono gli allucinogeni (15,9%), seguono gli oppiacei (8,1%) e gli stimolanti, cocaina in particolare (7,6%). I poliutilizzatori si caratterizzano invece per intraprendere comportamenti a rischio: il 50,7 per cento riferisce di essersi messo alla guida dopo aver assunto droghe, contro il 17,9 per cento di chi ha fatto uso di una sola sostanza, il 44,7 per cento riporta di essere stato coinvolto in rapporti sessuali non protetti e il 10,6 per cento di aver avuto problemi con le Forze dell’Ordine, inoltre il 52,1 per cento riferisce di essersi ubriacato nell’ultimo mese.

Corbetta (Ceis): rischio normalizzazione

“No, purtroppo il consumo di droga non è mai significativamente diminuito. Se si eccettua un leggero calo nel consumo di cocaina, le sostanze stupefacenti sono ancora molto presenti tra i giovani e non solo”. Daniele Corbetta, presidente Ceis di Treviso, avverte che solo a uno sguardo distratto può sembrare che la droga sia un problema minore. “Devo, anzi, segnalare il ritorno dell’eroina negli ultimi tempi. Si è verificata un produzione abnorme di oppio che ha riversato nel mercato questa sostanza e prezzi bassissimi, addirittura sotto i 5 euro a dose. Il costo della cocaina non è esorbitante, si può trovare a 50 o 60 euro. Sono sostanze che possono venire semplicemente “fumate”, ma che gli adolescenti imparano assai rapidamente a iniettarsi in vena. Si avvicinano a queste sostanze anche tredicenni”.


Secondo Corbetta, la disponibilità del mercato non è l’unica ragione della diffusione delle droghe: “Mi pare che l’informazione e la prevenzione a livello di istituti scolastici sia calata. Eppure in passato abbiamo constatato che questo è uno strumento assai efficace. Se non altro perché i ragazzi di oggi non ricordano più cosa è successo negli anni ’80 e ’90”. Rispetto a quegli anni, Corbetta afferma che il rischio è addirittura cresciuto. Allora il principio attivo nelle dosi di eroina o cocaina o di altre sostanze chimiche era il 10 o 15 per cento, adesso può arrivare al 90 per cento, data l’abbondanza della «materia prima»”.
Il mercato è completamente in mano agli spacciatori, tutti stranieri. “Non si fanno scrupoli di cosa vendono e i giovanissimi non sanno proprio cosa prendono. Circola «eroina gialla» tagliata in modo particolare e assai più potente”.
Quando facciamo notare a Corbetta che la droga oggi appare ai giovani quasi più pulita rispetto al passato, meno gravida di conseguenze, risponde in maniera preoccupata: “Non lascia segno? Le conseguenze sono devastanti. Si passa rapidamente al «poliabuso» mescolando hashish, marijuana, ecstasy, cocaina, eroina, alcool. Le sostanze si trovano facilmente anche in rete, dove compaiono composti sempre nuovi che, finché non sono tabellate dal Ministero della Salute non sono fuorilegge, un «ritardo» che consente la libera circolazione di sostanze potenzialmente pericolose”.
I servizi della sanità pubblica, i Ser.D, sono fermi al 2007, si occupano dei casi più acuti, ma non riescono a intervenire sul consumo diffuso, sull’incrociarsi delle dipendenze, droga, gioco d’azzardo, uso di internet: “Sono sistemi nati anni fa, ancorati a un sistema che si rivolge ai cronici e alla comunità terapeutiche, dovrebbero cogliere i nuovi bisogni della società, adattare i sistemi in relazione ai nuovi attori in campo”.


Al di là però dei tecnicismi delle modalità dl consumo di droga, delle statistiche inclementi, Corbetta insiste sul tema delle emergenza educativa. “Le agenzie educative famiglia, scuola, parrocchia sono in difficoltà. A scuola si fa mlta didattica e troppo poca educazione. In famiglia si oscilla tra iperprotezione e rapporti non più d’autorità e genitoriali, ma piuttosto amicali. Così i ragazzi crescono poco strutturarti, molto sprovveduti su prevenzione e decisioni da prendere. Senso della vita, organizzazione della personalità attorno a valori di riferimento sono temi che non si affrontano”.

Nel numero di questa settimana ulteriori approfondimenti

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