Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Plateatici, se rilanciassero le ztl?
Treviso si è riempita di tavoli di bar e ristoranti all'aperto e la clientela preferisce mangiare in luoghi tranquilli, lontani dal rumore e dall'inquinamento delle auto. Tuttavia per ora l'Amministrazione prevede di chiudere al traffico solo borgo Mazzini. "Ci vorrebbe un po' più di coraggio" la replica del capogruppo Pd in Consiglio Stefano Pelloni
Complici l’avvio della bella stagione (pioggia permettendo) e le disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19, bar e ristoranti hanno ripreso nelle settimane scorse la loro attività esclusivamente all’aperto. In attesa del primo giugno, quando si tornerà a popolare anche l’interno dei locali, la città si è trasformata ampliando lo spazio per i tavoli all’aperto. 130, come ha spiegato l’assessore alle Attività produttive Andrea De Checchi, le domande arrivate in Comune, fra nuove richieste di spazi e allargamento di quelli già esistenti.
Gli esercenti. Sembra che soprattutto i bar, nonostante il tempo incerto, stiano andando molto bene: “Malgrado le ore di servizio in meno siamo tornati a livelli di lavoro pre-Covid - spiega il proprietario del bar Filò in via Cadorna -. La gente inoltre oggi è molto più diligente dello scorso anno e non facciamo fatica a mantenere la situazione ordinata”.
Il locale, già dall’anno scorso ha raddoppiato la superficie dei tavoli esterni, e così hanno fatto gli altri bar e ristoranti della via, che di fatto oggi occupano tutti i parcheggi disponibili. “Capiamo che ci sono esigenze per cui non è possibile chiudere la strada al traffico - spiega Andrea Penzo Aiello che oltre a gestire il locale è presidente dell’associazione di categoria Veneto Imprese Unite -, tuttavia se almeno gli autobus potessero essere deviati, la situazione sarebbe più vivibile”. I nodi veri da sciogliere, tuttavia, per i ristoratori sono due: il coprifuoco, che ora è stato spostato alle 23, e il servizio all’interno, posticipato al primo di giugno. Questi sono stati e sono tutt’ora un grosso problema soprattutto per ristoranti e pizzerie, come chiarisce il titolare della Finestra in via Diaz: “L’attività è oggi subordinata alle condizioni atmosferiche ed è dunque difficile da gestire. Le temperature non sono ancora gradevoli per consentire alle persone di cenare fuori. Chiediamo di tornare alla normalità, ci sentiamo presi in giro - lo sfogo -. Lavoriamo praticamente solo su prenotazione, non facciamo aperitivi, abbiamo installato lo scorso anno un sistema di purificazione dell’aria molto costoso. E’ un errore mettere sullo stesso piano bar e ristoranti”. Il locale ha un piccolo giardino interno, se fosse stato possibile chiudere la strada avrebbe messo anche qualche tavolino fuori, davanti all’ingresso, ma l’autorizzazione alla chiusura della strada è stata negata. Alcuni clienti tuttavia già oggi mangiano all’interno: “Le patite iva possono mangiare dentro, come servizio mensa, si vede che i lavoratori autonomi sviluppano degli anticorpi particolari”, ironizza con un filo di amarezza il titolare.
Tasse asporto rifiuti. Gli esercenti inoltre stanno portando avanti una battaglia per la revisione delle bollette per l’asporto rifiuti, che tengano conto non solo delle chiusure totali, ma anche di quelle parziali, come quella imposta alle 18, e delle aperture intermittenti a seconda delle fasce di colore. Le istanze, portate avanti da Veneto Imprese Unite, si concretizzano in una lettera inviata a istituzioni e associazioni oltre che a Contarina spa, in cui si fa inoltre richiesta di dilazione dei pagamenti, viste le oggettive difficoltà del periodo.
Nodo pedonalizzazioni e parcheggi. La presenza di tutti questi plateatici fa riflettere sul passaggio di auto in centro storico, se non altro perché è più piacevole mangiare e bere lontani da smog e rumore. Inoltre i tavoli tolgono parcheggi: “In realtà abbiamo eliminato 120 parcheggi su 2.600, non molti”, chiarisce De Checchi. L’Amministrazione sta valutando uno studio sperimentale su borgo Mazzini, che già da giugno dovrebbe diventare pedonale il sabato dopo il mercato e la domenica: “L’idea, se funziona la sperimentazione, è di creare un boulevard pedonale. Ma per altre aree bisogna andare per gradi - prosegue il vicesindaco -. Servono in primis i parcheggi, costruiremo quello all’ex Pattinodromo, interrato, al Cantarane, a raso, e pensiamo a due multipiano gratuiti, in via Ugo Foscolo, zona stadio, e a San Zeno. Sarà necessario riformare il trasporto pubblico, pensare all’arredo urbano e alla ciclabilità prima di chiudere le strade. Il processo inverso è un errore, in ogni caso con il Pums andremo verso una città del futuro più a misura di pedone e di bicicletta che di automobile”.
“Ben vengano i parcheggi - la replica del capogruppo Pd in Consiglio comunale Stefano Pelloni, -, ma se aspettiamo quelli staremo fermi per anni, invece ci vorrebbe un po’ più di coraggio sulle pedonalizzazioni, soprattutto ora che l’opinione pubblica è più favorevole. Inoltre credo che una città come Treviso, nel post-pandemia, potrà giocare un ruolo di rilievo solo se punta sulla qualità della vita dei suoi abitanti. Una mobilità lenta potrebbe essere il punto di forza per attirare residenti che vogliono allontanarsi dalle grandi metropoli”. Pelloni chiarisce anche di essere favorevole al nuovo parcheggio all’ex Pattinodromo: “Per togliere le auto dalla vista, ma visto che l’attuale maggioranza ha modificato il progetto io avrei lasciato il multipiano al Cantarane, che avrebbe permesso di togliere auto da piazza Duomo e piazza Pio X e avrei spostato un po’ più lontano dalle mura lo scavo al Pattinodromo, per preservare la cinta da eventuali danni causati dagli scavi”