Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Nuove idee per il Prato di Fiera
Fondazione Benetton, in collaborazione con l'amministrazione comunale di Treviso, studia un modello di rinascita per il Prato di Fiera
Venerdì 21 ottobre la Fondazione ha presentato, negli spazi di palazzo Bomben, i risultati del workshop internazionale realizzato a giugno di quest'anno per ripensare il Prato di Fiera.
Dal 13 al 19 giugno infatti i quindici partecipanti al laboratorio, guidati da tre docenti e tre tutor hanno studiato questo luogo così ricco di storia e caro ai trevigiani per proporre un processo di riconversione dell'area che lo riporti ad assumere un ruolo centrale di aggregazione sociale.
La settimana di lavori si è articolata in momenti di laboratorio, lezioni e visite, con la partecipazione di esperti, abitanti e testimoni della realtà locale. Il Prato è stato studiato in tutte le sue forme: nei suoi usi attuali, nella sua storia, nelle sue potenzialità. Si è cercato di ricostruire il vissuto del luogo attraverso gli sguardi di chi vi è nato, chi ci lavora e anche di chi lo percepisce dall'esterno.
La proposta che ne è scaturita non è stata quella di un progetto chiaro e definito, ma quella di dare avvio ad un processo di mutamento in cui il Prato potrà essere soggetto a diverse sperimentazioni, anche temporanee, che possano in maniera graduale ricucire il legame tra quel luogo, oggi rimasto, se escludiamo il periodo delle Fiere di san Luca, poco più che un semplice parcheggio funzionale al raggiungimento dell'ospedale, e l'ambiente che lo circonda: l'abitato, la scuola, il fiume Sile.
Le proposte partono dunque dalla volontà di trasformare il Prato in una piazza, uno spazio pubblico, con più verde, eventuali posteggi per le auto segnati in maniera ordinata, installazioni anche temporanee che possano ridisegnare gli spazi. Un primo passo concreto proposto dal gruppo è quello di far interrare le strutture di servizio come le colonnine di allacciamento alla corrente elettrica che spuntano qua e là all'interno dell'area e che sono necessarie per il funzionamento delle giostre. Altro tema toccato è stato quello del ripensamento delle Fiere stesse, “smisurate” a detta del direttore della Fondazione Marco Tamaro; “Da ripensare” per il sindaco di Treviso Giovanni Manildo che ha affidato le sue parole a Maria Buoso di Treviso Civica, promotrice del progetto.
Nell'immaginario emerso dal workshop il Prato di Fiera può diventare un nuovo mercato, di libri, o dell'artigianato; uno spazio per il teatro, il cinema e la danza; un luogo di cultura che propone attività per bambini e ragazzi legate alla scuola che vi si affaccia.
Dal canto suo il Comune ha espresso soddisfazione per le idee avanzate e per i metodo utilizzato: “Le proposte nascono da un processo partecipativo guidato e consapevole – ha commentato il sindaco –. Nel Piano di Interventi in lavorazione stiamo cercando spazi per recepire le indicazioni di progetti come questi. Come amministrazione vogliamo continuare ad esserci, con l'auspicio di avviare un progetto concreto per il quartiere di Fiera”.
A ribadire il concetto è intervenuto anche Giovanni Negro, presidente della Commissione urbanistica del Comune che ha ricordato alla cittadinanza che durante l'assemblea pubblica di lunedì 7 novembre, all'Auditorium Stefanini, e in ogni momento tramite e-mail all'ufficio urbanistica, chi lo desidera potrà portare il proprio contributo per la redazione del Piano che una volta strutturato costituirà le linee guida per gli interventi urbani dei prossimi cinque anni.