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Cima Grappa, non c'è pace per gli eroi

I lavori di restauro del Sacrario militare dovevano essere compiuti entro il 2018, ma non sono neppure partiti. Ormai è quasi una certezza: i morti, sepolti sulla montagna sacra alla patria, non avranno, a cento anni dal loro sacrificio, l’onore delle cronache.

Sarà dimenticato dalle elezioni politiche il restauro del Sacrario militare di Cima Grappa. I lavori che dovevano essere compiuti entro il 2018 non sono neppure partiti. Ormai è quasi una certezza: i morti, sepolti sulla montagna sacra alla patria, non avranno, a cento anni dal loro sacrificio, l’onore delle cronache. Le celebrazioni passeranno lontano da quel massiccio insanguinato. L’ultima a provare a smuovere le cose è stata la senatrice Raffaela Bellot del gruppo “Fare!”: il 22 dicembre 2017 ha depositato un’interrogazione parlamentare con il carattere d’urgenza per conoscere la sorte del progetto “masterplan Cima Grappa”. Il progetto nei documenti viene così descritto: progetto di recupero della memoria storica celebrativa della Grande Guerra da condurre anche attraverso la riscoperta, il restauro e la valorizzazione di luoghi, dei monumenti e dei paesaggi commemorativi che sono stati teatro di eventi civili e militari. Uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra è il Sacrario militare e la Zona monumentale di Cima Grappa; gode di un finanziamento di 6 milioni di euro per il restauro, ma di questi fondi ancora nulla si vede. La demolizione della ex caserma Nato ad opera del Genio civile che doveva iniziare nell’autunno del 2017 è stata rinviata alla primavera 2018 per ragioni metereologiche, mentre il restauro è fermo alla fase di appalto, procedura non iniziata.
Nel 2013 il Governo aveva assicurato il restauro del sacrario militare, l’apertura del percorso espositivo nella caserma Milano, il ripristino completo della galleria Vittorio Emanuele II, la riapertura del Portale Roma, la demolizione dell’ex Base Nato e la riattivazione del bacino di raccolta dell’acqua piovana ai fini dell’approvvigionamento idrico del Grappa. Era una delle proposte di lavoro per il Comitato interministeriale per il centenario della Prima Guerra mondiale istituito il 6 giugno 2013. Un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri aveva previsto il restauro del Sacrario militare di Cima Grappa e lavori per il ripristino del decoro di parti adiacenti, destinati a spazi espositivi quali parti integranti il “Memoriale diffuso della grande guerra”; Si deve ricordare che il Sacrario, realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, ospita i resti di 12.615 caduti italiani e 10.295 caduti austro-ungarici, conservati in due distinte strutture. Uomini che morirono tra il novembre del 1917, Battaglia d’arresto e giugno 1918, Battaglia del Solstizio, nei furiosi scontri, spesso all’arma bianca sulle pendici del Grappa. Finora l’interrogazione della Bellot non ha ricevuto risposta.

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