lunedì, 30 settembre 2024
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Castellana, con il Reddito di inclusione attiva progetti in tutti i Comuni

Castelfranco, in qualità di capofila per l’ex Ulss 8, ha cominciato ad attivarsi per gestire progetti che mireranno all’inclusione e al reinserimento sociale e lavorativo, al sostegno all’abitare e al contrasto alla povertà educativa delle fasce socialmente deboli.

E’ considerata la “risposta veneta” al reddito di cittadinanza ed è una misura di contrasto alla povertà relativa attivata ormai 6 anni fa dalla nostra regione. Il Ria, reddito di inclusione attiva, dal 2020 è esteso a tutti i Comuni (prima veniva gestito solo da quelli capoluogo), sostenuto con 6 milioni di euro dalle casse regionali, potenziato per la rete territoriale coinvolta.

Anche Castelfranco, dunque, in qualità di capofila per l’ex Ulss 8, ha cominciato ad attivarsi per gestire progetti che mireranno all’inclusione e al reinserimento sociale e lavorativo, al sostegno all’abitare e al contrasto alla povertà educativa delle fasce socialmente deboli, attraverso progetti personalizzati di presa in carico.

“A fine febbraio abbiamo concluso la raccolta delle adesioni dei Comuni, così come previsto dall’iter regionale - spiega Sandra Piva assessore ai Servizi sociali di Castelfranco Veneto -, e auspico che entro un mese e mezzo potremmo essere operativi con azioni concrete a beneficio della popolazione interessata da questo strumento”. Il tempo è quello necessario all’assunzione dell’organico necessario a gestire l’intera attività, che sarà svolta in équipe da un gruppo di quattro assistenti sociali, quattro educatori e uno psicologo.

“Il Ria - prosegue la Piva - prevede tre canali di intervento: il lavoro, il sostegno all’abitare e la povertà educativa. Per queste misure la Regione ha concesso un finanziamento di 302 mila euro a cui si è aggiunto un cofinanziamento dei comuni interessati in base alla loro popolazione”. E’ già stato individuato a fine gennaio il soggetto attuatore per quanto riguarda i tirocini formativi: “La gara d’appalto si è conclusa con la nomina della cooperativa L’Incontro, che vanta una presenza storica nel nostro territorio ed è senza dubbio vocata per queste progettualità”.

Per l’abitazione, invece, saranno i Comuni a indicare le soluzioni più idonee e per il contrasto alla povertà educativa si pensa a interventi ad personam, anche domiciliari.

Secondo le stime, su 251 mila residenti nei 29 Comuni che comprendono la Castellana, il Montebellunese e l’Asolano, potrebbero essere circa 5 mila coloro che saranno interessati dal Ria, il 2% della popolazione. Ovviamente le situazioni di povertà relativa potranno essere le più diverse e complesse.

“E’ un provvedimento che costituisce la ricetta veneta in alternativa al reddito di cittadinanza. Non si tratta infatti di una forma di assistenzialismo, ma di sostegno alla persona e alla famiglia a tutto tondo, fortemente incardinata sui Comuni (per tramite degli ambiti sociali) e sui servizi a rete del territorio - aveva già dichiarato l’assessore ai servizi sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin dopo l’approvazione dei fondi per il 2020 -. Il Veneto va molto meglio rispetto alla media italiana ma anche da noi esiste della povertà, nelle sue forme sociali, abitative, educative, e soprattutto della disuguaglianza, che preoccupa perché genera marginalità”.

“Credo che questo impegno dica la responsabilità con cui lavoriamo per cercare di trovare risposte adeguate alle difficoltà della gente e in ambito sociale, soprattutto verso chi si trova in condizioni di povertà e marginalità - prosegue ancora Sandra Piva -. Tra l’altro entro l’anno partiranno anche i lavori per la struttura di accoglienza per persone senza fissa dimora e di cohousing per situazioni di fragilità, finanziata da risorse europee e comunali nell’ambito del Sisus, azioni di sviluppo urbano sostenibile”. Realizzata tra l’istituto agrario e Ca’ Amata, l’edificio potrà ospitare fino ad 8 uomini e 8 donne che vivono in strada e 10 minialloggi per persone in marginalità. In questo caso, non si tratta solo della messa in opera dell’edificio ma poi anche della sua gestione e del suo mantenimento. Che non è poca cosa e dice dell’impegno di Castelfranco, territorio di riferimento per tutta l’area rispetto alla sfida del contrasto alla povertà”.

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