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A Castelfranco occhi e mani attente alla povertà nascosta

Sono stati 807 i colloqui in CdA nel corso del 2018, di cui 55 hanno riguardato persone che si sono rivolte per la prima volta alla Caritas. Si tratta in prevalenza uomini, in fascia d’età 40-60 anni, con situazioni critiche, soprattutto nel caso in cui ci siano famiglie a carico.

Straordinari nella loro ordinarietà. Nonostante tutte le fatiche e le incomprensioni che spesso nascono anche dentro alle iniziative delle nostre comunità, cercano di restare saldi e attenti nel mostrare il volto misericordioso del Padre verso i più piccoli, i poveri, gli emarginati, le persone sole.

La Caritas cittadina di Castelfranco, che raggruppa ora le sette parrocchie della Collaborazione pastorale, si è riunita recentemente in assemblea per fare il punto su tutta l’attività dello scorso anno. “Siamo più di cento operatori volontari - racconta il coordinatore Silvano Sabbadin -, e ogni volta che apriamo un nuovo servizio è occasione per accogliere altre disponibilità”, come è accaduto tra dicembre e gennaio con l’ospitalità notturna di emergenza al Palazzetto, l’apertura della mensa sette giorni alla settimana o la costituzione dell’organizzazione di volontariato “Castellana solidale” a supporto delle attività.

“Oltre al consolidato - Centro di ascolto, centri di distribuzione (borse della spesa, abiti, mobili), mensa e docce, microcredito - abbiamo avviato altre iniziative che ci sono sembrate utili e significative per le persone e le comunità del nostro territorio. Ospitiamo coloro che devono svolgere attività sociali in alternativa alla reclusione o in messa alla prova; è aperto un cantiere/progetto per tirocini lavorativi finalizzati all’assunzione in collaborazione con il Comune e il Consorzio InConcerto; proponiamo dei percorsi con le scuole per sensibilizzare sui temi della solidarietà, dello spreco, della povertà”.

Lo scorso anno, poi, è stato importante anche per la formazione dei volontari che, nell’ambito del progetto Special Kit con Caritas Tarvisina e Acli, hanno riflettuto sulle modalità dell’aiuto, il metodo di lavoro, gli strumenti più utili.

Le numerose attività hanno anche un valore economico significativo: “Il bilancio 2018 si chiude con 74.500 euro di entrate e all’incirca la stessa somma in uscite - spiega il segretario contabile, Adriano Panizzon -. Si stima poi che le azioni non finanziarie corrispondano a 162.000 euro, tra: distribuzione di borse della spesa del valore medio di 25 euro; i pranzi offerti gratuitamente per la mensa e l’alloggio notturno in emergenza dalla cooperativa Camst, che rifornisce l’ospedale; l’erogazione di abbigliamento, vestiario, mobili”.

Del resto, il volto della povertà castellana, benché spesso nascosto, si fa comunque forse meno incisivo sulla percentuale di popolazione ma comunque più complesso. La Caritas stima in circa 2.000 le persone in povertà assoluta a Castelfranco, di cui solo una parte, a loro dire il 36%, si rivolge al Centro di ascolto.

Certo, ci sono poi le iniziative di aiuto promosse dalla Fraternità delle Discepole del Vangelo e dalle altre parrocchie, ma in qualsiasi caso resta alta la percezione di una profonda frattura sociale e della solitudine in cui vivono le famiglie più povere. “Anche per questo, tra i vari aiuti possibili, facciamo attenzione alle spese sanitarie, che vanno dai ticket ai farmaci, dalle cure dentarie alle protesi visive. Ci è possibile, grazie ai contributi di Rotary e Amici del Cuore che destinano parte del loro bilancio a questa finalità”.

 

I DATI

Sono stati 807 i colloqui in CdA nel corso del 2018, di cui 55 hanno riguardato persone che si sono rivolte per la prima volta alla Caritas. Si tratta in prevalenza uomini, in fascia d’età 40-60 anni, con situazioni critiche, soprattutto nel caso in cui ci siano famiglie a carico. Circa il 60% è di origine straniera, il 49% proviene dall’Africa; il 68% non ha occupazione. Alla mensa hanno pranzato complessivamente circa 60 persone. All’alloggio notturno per l’emergenza freddo hanno dormito, a notti alterne, 7 uomini. I centri di distribuzione hanno potuto sostenere: 186 persone per abbigliamento o casalinghi; 150 nuclei (circa 400 persone) con borse della spesa. Il microcredito, il cui accesso su sta facendo più complesso, è stato attivato per 2 domande su 4.

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