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Biodiversità da proteggere a Crespano

Celebrata la quattordicesima Giornata per la custodia del creato di fronte a panorama e territorio unici dove, così come il Vescovo ha ricordato in uno dei passaggi della sua omelia, contemplazione e formazione hanno trovato luogo in cui poter essere vissuti, potenziati, approfonditi.

05/09/2019

“Schiba”, nome familiare a quanti frequentano il Centro di spiritualità e cultura don Paolo Chiavacci; abitualmente associato al prato che si trova proprio di fronte all’edificio dove è riportato questo nome scritto sopra una fascia azzurra.
E’ un nome proprio, il nome di un cavallo che il vecchio proprietario di quelle terre alle pendici del Grappa, uomo appassionato di cavalli, ha voluto dare a una delle tante “casere” che possedeva, quasi a sottolineare che quello è un ambiente dove i “padroni” sono la fauna e la flora prima che l’uomo.
Nessun territorio sarebbe stato più adeguato di quello per celebrare, in Diocesi, la quattordicesima Giornata nazionale per la custodia del Creato, così definita nel 2013 dalla Cei che ha cambiato il termine “salvaguardia in custodia”: il massiccio del Grappa alle spalle, i Colli asolani alla sinistra e gli Euganei a destra quasi a contenere la pianura sottostante che, seppur avvolta da una foschia, lasciava intuire la presenza in lontananza del mare e, stranamente, vista l’altitudine, l’afa mitigata da una brezza leggera.
Panorama e territorio unici dove, così come il Vescovo ha ricordato in uno dei passaggi della sua omelia, contemplazione e formazione hanno trovato luogo in cui poter essere vissuti, potenziati, approfonditi; luogo dove la storia iniziata da don Paolo Chiavacci è stata custodita e continuata con il medesimo spirito, sia dai familiari sia da quanti hanno lavorato dentro e fuori le mura credendo che le intuizioni del prete fossero ricchezza da tramandare e aggiornare. “Quante sono le tue opere Signore”. Coltivare la biodiversità: è lo slogan scelto per l’anno 2019 per riprendere con forza il richiamo che papa Francesco fa nella Laudato si’ e che risuona con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che il  prossimo ottobre sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è “un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo”, territorio balzato alle cronache con forza in queste settimane proprio a causa delle devastazioni che lo stanno distruggendo.
Proprio al documento della Cei ha fatto riferimento il Vescovo, invitando tutti a “prendersi un momento per pensare a quale sia la nostra personale Amazzonia, sia quella che ci permette di vivere, sia quella che stiamo distruggendo”.
Biodiversità naturale da custodire e non distruggere, biodiversità culturale da accogliere, valorizzare e non respingere, in un altro dei passaggi fatti da mons. Gianfranco Agostino Gardin ricordando che, il 1° settembre di 80 anni fa, la Germania invadeva la Polonia dando inizio a quella che doveva essere l’affermazione dell’unica “razza ariana”, ricordata dalla storia come una delle peggiori tragedie e vergogna dell’umanità. Personale responsabilità e coscienza di essere parte di una comunità sono elementi che nessuno può ignorare né raggirare o sfuggire se vuole seriamente e realmente prendersi cura del Creato e della sua diversità senza sottrarsi delegando o accusando solo “gli altri”.
L’Eucarestia, celebrata in una cornice così suggestiva e animata da alcuni giovani del Coro parrocchiale di Crespano del Grappa, è stata anche l’occasione nella quale il Vescovo ha presentato il nuovo direttore del Centro, don Paolo Magoga: il presidente della fondazione “Opera Monte Grappa” succede a don Paolo Basso che ha concluso il suo mandato a servizio del Centro.
La mattinata iniziata a “Schiba” si è conclusa al Centro con un momento conviviale preparato con l’immancabile cura dallo staff.

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