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Catechisti: da Aquileia l’invito dei Vescovi a sperimentare vie nuove

Sabato 5 ottobre in cattedrale il mandato del vescovo Michele ai catechisti diocesani

“La scelta del Battesimo, sacramento da riscoprire e porta della fede, ci sembra più che mai profetica e urgente. La consapevolezza del dono ricevuto provoca e nutre il desiderio di rispondere perché la gioia del Vangelo riviva in ciascuno di noi e delle nostre comunità e renda credibile e contagiosa la nostra testimonianza cristiana”. Sono parole tratte dal messaggio dei vescovi del Triveneto, consegnato sabato 28 settembre, nella chiesa madre di Aquileia, alle catechiste e ai catechisti, ai presbiteri e ai diaconi, radunati per l’ultima tappa del convegno regionale. Il grazie espresso dai vescovi, accompagna il documento conclusivo dove sono raccolte le riflessioni, le questioni aperte e i suggerimenti emersi in diversi tavoli di lavoro. I vescovi dichiarano la volontà di camminare insieme come comunità impegnate, ed esprimono l’auspicio “che si possano prevedere, nelle nostre diocesi, delle forme di sperimentazione che esplorino vie nuove, maggiormente rispondenti alle sfide culturali e alla sensibilità del tempo attuale”. La prospettiva di rinnovamento è una condizione di fatto stabile per coloro che sono chiamati a servire il Vangelo in un tempo di grandi trasformazioni, poiché solo a partire dall’incarnazione può prendere forma la buona notizia. E lo stile di questo rinnovamento non può che cercare l’ascolto e il coinvolgimento di quanti, in ragione del Battesimo, accolgono la loro vocazione di discepoli missionari.

Come il convegno regionale ha preso forma da una sollecitazione dell’Ufficio catechistico nazionale rivolta a tutte le regioni ecclesiastiche italiane, così dal Convegno regionale triveneto registriamo a nostra volta un appello, a partire dai nostri vescovi, ad affrontare le questioni aperte e a ridelineare le proposte. Quest’anno, in particolare, il convegno diocesano in programma il prossimo 8 febbraio e la sua preparazione, intendono far tesoro del materiale pervenuto dalla regione ed impegnare catechisti e presbiteri di tutti i nostri vicariati in un lavoro di approfondimento e progettazione.

Un passo del profeta Osea (7,14) ispira il cammino che ci attende nel contesto dell’anno giubilare oramai imminente: «Li traevo con bontà, legami di speranza». Attrarre e legare sono termini che potrebbero suscitare diffidenza e non sembrare adatti per la nostra stagione pastorale nella quale viene giustamente raccomandata l’attenzione alla scelta libera di ciascuno, privilegiando la dimensione testimoniale. La parola «libertà», tuttavia, ha assunto nel tempo delle restrizioni pandemiche un significato ben diverso dall’assenza di legami; abbiamo scoperto che libero significa anche con vincoli, perché ci siamo resi conto di quanto i legami siano importanti per noi e desideriamo viverli; siamo infatti legati gli uni agli altri e lo siamo ancor più quando il Battesimo in Cristo ci accomuna.

Il passo biblico rimanda al legame di Dio verso l’uomo. Egli rimane fedele al suo amore mai ritratto, sebbene l’uomo spesso si riveli indifferente o incapace di riconoscerlo. Questa assoluta fedeltà di Dio che troverà compimento sulla croce è la ragione della nostra speranza (cfr. Col 1, 7 o 1 Tim 1,1). L’amore di Dio che si presenta come una madre che tende la guancia verso il suo bambino, chiede di essere sempre attualizzato durante l’azione catechistica, sia essa rivolta ai piccoli come ai grandi. Solo l’esperienza primaria del suo amore ci può rendere strumenti efficaci della sua Parola, in vista non di una testimonianza “a distanza”, dove ognuno rischia di rimanere al punto di partenza, ma di una relazione generativa, che dall’incontro con l’altro vede sbocciare un legame di bontà. Il bene donato e ricevuto può dar vita ad un nuovo racconto, una nuova testimonianza, che porta speranza perché contiene in sé le tracce di un Dio che è Amore e ancora e sempre si può incontrare.

Il mandato dei catechisti, in calendario sabato 5 ottobre, ore 15, in cattedrale, rappresenta l’occasione più bella per invocare, attraverso il vescovo Michele, ogni benedizione dal cielo sui nuovi catechisti in primis, ma anche su tutti coloro che metteranno in conto il cammino condiviso proposto.

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