Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
1.500 cresimati a Roma, “le nostre pietre vive”
“Con la forza dello Spirito Santo che nella Cresima vi conferma come battezzati, figli di Dio e membri della Chiesa, possiate essere pietre vive per costruire la comunità cristiana”: così papa Francesco si è rivolto ai 1523 trevigiani presenti in piazza San Pietro per l’udienza generale di mercoledì 3 aprile, ultimo giorno del pellegrinaggio dei cresimati e delle cresimate della nostra diocesi, accompagnati dal vescovo, Michele Tomasi, da una trentina di sacerdoti, dalle cooperatrici pastorali, oltre che dai propri catechisti e catechiste. Un saluto e un compito importanti che i giovanissimi hanno accolto con entusiasmo, facendosi “riconoscere” nella piazza affollata. Una “tre giorni” diventata ormai una tradizione e che ogni anno registra un nuovo record di partecipazione (ben 27 i pullman partiti quest’anno), anche grazie a una preparazione e a un’organizzazione che comincia mesi prima, con l’impegno dell’ufficio diocesano per l’Annuncio e la catechesi e del Seminario.
Tre le tappe delle giornate romane: nella basilica di San Paolo fuori le mura, lunedì 1° aprile, con “La partita dei campioni - La vita al soffio dello Spirito”, alla scoperta di una bella compagnia di santi; il percorso tra il Colosseo e la basilica di San Pietro, con “La nostra partita - trasformati dallo Spirito”, e le catechesi dedicate ai doni della Sapienza, della Fortezza e del Consiglio, fino a mercoledì, con l’udienza con papa Francesco, “Convocati - lo Spirito ci fa Chiesa”. Oltre al compito affidato dal Papa, ragazzi e ragazze hanno accolto l’invito che il vescovo Michele ha rivolto loro durante la messa di martedì nella basilica di San Pietro, davanti alla tomba dell’apostolo Pietro, “il centro di tutta la nostra Chiesa”. “E’ il Signore che ci ha voluti dall’eternità insieme a professare il suo nome - ha detto il Vescovo -. Vi auguro l’esperienza di Maria Maddalena, che riconosce Gesù, dopo la risurrezione, quando lui la chiama per nome. Gesù Cristo è il Signore, maestro, amico, sostegno della nostra vita perché ci ha chiamati per nome. Erano tremila i battezzati quel giorno di Pentecoste dagli apostoli. Portiamoci a casa questo compito: ciascuno scelga un amico, un’amica e gli annunci la bellezza della vita con Cristo, la bellezza della vita nella comunità cristiana, la bellezza della vita che si dona. Qui oggi siamo oltre 1.500, così saremo 3.000 e anche di più, fino ai confini della terra, e potremo gioire insieme sentendoci chiamati per nome. E risponderemo «Signore, mio maestro, mi fido di te, cammino con te, ti voglio bene»”.