domenica, 15 settembre 2024
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Mezzo Veneto "zona rossa", Zaia non è d'accordo: "Provvedimento sproporzionato, stralciare le province di Treviso, Padova e Venezia"

"Non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all’attuale andamento epidemiologico", scrive il presidente citando il parere del comitato tecnico-scientifico. Questo perché a Treviso e a Venezia il contagio è in gran parte ospedaliero, mentre il cluster di Vo' Euganeo è in forte regressione.

"Non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all’attuale andamento epidemiologico".

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, prende carta e penna e scrive al presidente del Consiglio. Citando il parere del comitato tecnico-scientifico che la la Regione ha fatto nascere nell'attuale emergenza, chiede lo stralcio delle tre province di Venezia, Padova e Treviso dagli obblighi del decreto firmato nella notte da Giuseppe Conte.

Per Treviso, in particolare, scrivono gli esperti della Regione, "il cluster è quasi esclusivamente ospedaliero: difatti 49 soggetti positivi sono operatori sanitari e gli altri casi riguardano degenti del reparto di geriatria contagiati da una paziente ricoverata per lungo tempo e poi deceduta. Perciò si tratta di un cluster nosocomiale, che non interessa la popolazione generale della provincia".

Per quanto riguarda Padova, su 132 casi positivi, 84 sono riferibili al gruppo di Vò. Gruppo per il quale, si legge nella lettera, sono giunti anche i primi dati sull’applicazione di tamponi, in questi ultimi giorni, su tutta la popolazione: su 1000 test si è scesi da una positività attorno al 3% ad una dello 0,05%.

Infine, anche a Venezia, come accade a Treviso, i casi di positività riscontrati interessano quasi per la metà operatori sanitari".

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