Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Maltempo, la crisi climatica accelera il passo
Eventi atmosferici estremi, in sequenza, con un ritmo incalzante. Il 13 luglio il vento ha sradicato centinaia di alberi (molti attorno alle mura di Treviso) e provocato danni anche a vari istituti scolastici. Mercoledì 19 luglio è toccato alla grandinata, con chicchi grossi come pesche che hanno flagellato ampie zone del Veneto, tra cui il Camposampierese e la fascia centrale e settentrionale della Marca trevigiana. Poi, ancora, vento, pioggia e alberi sradicati, nella zona di Treviso, venerdì 21 luglio.
Il presidente del Veneto Luca Zaia, dopo gli eventi, ha firmato la dichiarazione di stato d’emergenza. “Stiamo proseguendo di pari passo con le attività di censimento dei danni sugli edifici di competenza della Provincia e le operazioni di messa in sicurezza - spiega Stefano Marcon, presidente della Provincia -. Con la dichiarazione dello stato di emergenza per il violento nubifragio che ha colpito ad ampio raggio la Regione Veneto la scorsa settimana, anche i Comuni stanno raccogliendo le segnalazioni dei privati e dei danni agli edifici di scuole elementari, medie e strade comunali; tutti i dati, di Comuni e Province, saranno caricati in un apposito applicativo della Regione, che valuterà l’ammontare complessivo dei beni danneggiati per quantificare i possibili ristori”.
Gli eventi temporaleschi estremi che hanno travolto il Veneto, secondo Legambiente, sono l’ennesimo segnale che la crisi climatica accelera il passo, mentre la transizione ecologica procede troppo a rilento.
Aumentano i pericoli e i rischi a cui è esposta la popolazione e si accentuano le conseguenze con estesi danni materiali di proprietà e produzioni, ma è soprattutto la progressione del numero di eventi estremi che registriamo ogni anno a spingere la denuncia di Legambiente del Veneto. Tra il 2010 e il 2016, analizzando solo i primi sei mesi dell’anno si sono registrati 28 eventi estremi mentre tra il 2017 ed il 2023 i casi sono notevolmente aumentati arrivando ad un totale di 85 eventi climatici estremi abbattutisi sul Veneto.
Un’analisi che Legambiente Veneto diffonde grazie ai dati raccolti dall’osservatorio nazionale Città clima di Legambiente restituiscono una allarmante crescita del numero di eventi climatici subiti negli ultimi anni: dal 2010 e fino a tutto giugno 2023 sono 113 gli eventi estremi registrati nei primi sei mesi dell’anno in Veneto su 1.732 totali in Italia, con 14 vittime in Veneto su 331 totali in tutto il Paese. Sono stati 31 gli allagamenti da piogge intense, 21 quelli con danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 16 con danni da grandine, 11 da mareggiate, 10 con danni alle infrastrutture, 9 i casi di esondazioni fluviali, 6 le frane da piogge intense, 6 gli eventi danni da siccità prolungata, 2 eventi con danni al patrimonio storico dovuto a piogge intense. Un solo evento con danni dovuti a temperatura record.
Tra le province le più colpite ci sono Venezia con 29 casi e Treviso con 20. Tra i Comuni a subire più conseguenze troviamo Jesolo (7), Venezia, Verona, Cortina d’Ampezzo e Chioggia (6), Vicenza e Padova (5).
Tutti dati destinati ad aumentare, non appena saranno aggiornati con la quantificazione degli eventi accaduti in questo mese, che hanno interessato tutto il Veneto dalle montagne alla pianura.
Una situazione preoccupante, a cui Legambiente chiede di reagire con interventi concreti , non più rimandabili. Per questo, l’associazione ambientalista accoglie con favore la delibera della Giunta regionale del Veneto con cui istituisce una cabina di regia, per la predisposizione della strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici, guidata dal presidente Zaia in persona, vista l’urgenza sottolineata da questi dati. Tra i compiti individuati, oltre a ricognizioni ed approfondimenti sulla validità degli strumenti e delle normative regionali in vigore, quello di orientare l’aggiornamento dei piani regionali di settore e far in modo che questi diano risposta alle criticità legate ai cambiamenti climatici.
“Non c’è più tempo da perdere. Zaia - dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto - renda operativa al più presto la cabina di regia, strumento che da tempo chiedevamo alla Regione. Dovrà essere in grado di coordinare e orientare le azioni dei vari settori della Regione del Veneto e dei Piani urbani di adattamento, vincolando risorse all’approvazione ed alla realizzazione di questi”.
In questo modo secondo Legambiente diventa possibile superare una programmazione a macchia di leopardo e dare ai sindaci strumenti certi per gli articolati strumenti oggi necessari.
“Le pietre angolari - prosegue Lazzaro - con cui chiediamo a Zaia di sostenere la realizzazione della strategia di adattamento sono quattro: aree urbane più resilienti e sostenibili; riforestazione urbana e aumento delle aree protette; risparmio e riciclo idrico e rinaturazione dei corsi d’acqua; sviluppo delle energie rinnovabili. Sono queste le fondamenta del piano di adattamento che chiediamo di considerare e per le quali esistono soluzioni facilmente applicabili, spesso già in atto grazie alle tante esperienze virtuose presenti nel nostro Paese”. (B.D.)
Secondo Legambiente, tra il 2010 e il 2016, analizzando solamente
i primi sei mesi dell’anno, si sono registrati ventotto eventi estremi mentre
tra il 2017 e il 2023 i casi sono notevolmente aumentati, arrivando
a un totale di ottantacinque in tutta la regione