lunedì, 16 settembre 2024
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Lo speciale. "Verso le Olimpiadi": Vivere l'evento oltre le difficoltà

Tokyo 2020, posticipato di un anno a causa della pandemia, si tiene dal 23 luglio all’8 agosto. Padre Bianchin, missionario del Pime in Giappone, ci racconta come il Paese si è preparato. In coda, gli appuntamenti olimpici e dove seguirli

Com'è noto, le Olimpiadi di Tokyo che ci apprestiamo a celebrare si chiamano “Tokyo 2020” . Rimandate a quest’anno a causa della pandemia di Covid-19 e, dato il persistere dell'emergenza sanitaria a livello mondiale, è tuttora difficile dire come si svolgeranno, anche se tutto è deciso per il sì. La certezza è che non si saranno spettatori sugli spalti. Un’altra manifestazione senza tifo dal vivo.

Tokyo celebrò la sua prima Olimpiade nel 1964, dopo quella di Roma, ed essa segnò l'inizio della ripresa economica del Paese dopo la Seconda guerra mondiale: per l'evento si costruirono le prime autostrade e il primo treno ad alta velocità (noto con il nome di “shinkansen” o nuovo sistema ferroviario).

Così l'annuncio di una seconda Olimpiade a Tokyo è stato accolto con grande entusiasmo dal Giappone, come un'occasione questa volta per presentare al mondo i risultati dell'oltre mezzo secolo di cammino compiuto dal Paese dalla prima Olimpiade. Di conseguenza, l’irrompere della pandemia, quando praticamente tutto era ormai pronto, è stato un po’ come un “kamikaze” (vento divino) in rovescio, che tuttavia questa volta non ha favorito il Paese come quella volta che l'uragano soffiò a favore, mandando a fondo la flotta degli invasori Mongoli. E’ stato necessario rimandare e attendere, ma con i vaccini è giunta anche la decisione che l'Olimpiade si farà quest'anno in ogni caso. E’ difficile per noi europei comprendere come in Giappone si arriva a una decisione, e come normalmente non sia la forza delle argomentazioni a determinare il da farsi, ma solo la forza dell'ineluttabilità. Così, per esempio, anche se l'organizzazione che rappresenta il personale medico e sanitario si è pronunciata contro l'Olimpiade e anche se l'opinione pubblica per la maggioranza sia contraria per gli stessi motivi, questi non sono stati considerati un motivo sufficiente.

Dall'altro lato, è pure radicato nella cultura giapponese accogliere ogni evento contrario come opportunità, che offre stimolo per sviluppare nuovi modi di porsi per affrontare le sfide della vita. Nel nostro caso, per esempio, è uno stimolo a sviluppare nuovi modi per favorire la partecipazione, come la presenza virtuale, o per essere più preparati a gestire eventuali situazioni nuove non ancora previste.
Una cosa certa è che in Giappone è prioritario garantire a tutti il senso di sicurezza e di benessere e che a questo fine tutto va pianificato ed eseguito con meticolosità.

Per quanto riguarda l'organizzazione, gli investimenti economici, intesi anche in svariati settori o aree geografiche, non sono confinati a Tokyo, ma comprendono una vasta parte del Paese, cosicché l'Olimpiade di Tokyo diviene di fatto l'Olimpiade del Giappone. Tutta la gente è coinvolta, ed è concesso a tutti di portare la fiaccola olimpica: atleti e non, giovani e vecchi ... La fiaccola viene portata in un percorso che copre tutto il Paese cosicché tutti si sentano partecipi. Questo esprime una caratteristica del Giappone che probabilmente non trova eguali.
Voglio concludere perciò con un'osservazione che forse solo un vecchio missionario come me può fare: i giapponesi sono portati a percepire come presente “nel solo aspetto fenomenologico di un evento” tutta la realtà di esso, e questo persiste anche nell'evento dell'Olimpiade.

E’ per questo che il poter partecipare all'evento dell'Olimpiade, sia come atleta che come semplice cittadino, trascende i confini di un avvenimento puramente agonistico, e si inserisce in tutta quella realtà più vasta dell’esistenza che essi percepiscono come “divina” (kami).
Essi non concepiscono, infatti, la nostra distinzione tra qualcosa di naturale e qualcosa di soprannaturale, tra il creato e il suo Creatore.
In questo senso, per i giapponesi anche l'evento dell'Olimpiade è inserito in quella che noi chiamiamo la dimensione “religiosa” dell’esistenza, come un’esperienza profondamente inserita nella realtà esistenziale, nella loro vita.

Visto in questa luce, il loro modo di vedere l'Olimpiade forse si avvicina di più a come in origine essa veniva percepita dai Greci presso il tempio di Delfi.
E’ difficile perciò che qualcuno possa arrivare a sentirsi autorizzato a non farla, senza che ci sia un qualche elemento “divino” ( come kami kaze) che lo autorizzi.

CANALI TELEVISIVI E ORARI PER LE DIRETTE

Il fuso orario del nostro Paese è indietro di 7 ore rispetto al Giappone e quindi bisognerà alzarsi di notte o restare svegli per alcune gare che potrebbero disputarsi quando in Italia sarà notte inoltrata. La cerimonia di apertura, nella quale sfileranno gli atleti da tutto il mondo, è prevista il 23 luglio alle 13 (orario italiano) allo stadio Nazionale di Tokyo. L’apertura ufficiale sarà data dall’accensione del braciere olimpico da parte dell’ultimo tedoforo. I Paesi sfileranno in ordine alfabetico, con eccezioni per la Grecia, che sfila per prima perché Paese dove sono nate le Olimpiadi, e per il Giappone che sfila per ultimo come Paese ospitante. Novità è che il penultimo a sfilare sarà il prossimo Stato che ospiterà i Giochi, ossia la Francia.

Alcune discipline inizieranno qualche giorno prima: il 21 luglio si disputeranno i primi incontri di softball e di calcio. Il 23 luglio scenderanno sul campo di gara il tiro con l’arco e il canottaggio. La maggior parte delle gare saranno disputate a Tokyo, la marcia e la maratona si terranno a Sapporo, mentre le competizioni di surf saranno allo Tsurigasaki Surfing Beach, a 90 km dalla capitale. Cinque le nuove discipline: arrampicata, karate, baseball/softball, skateboard e surf.
La Rai trasmetterà 200 ore di gare in diretta tv, mentre il nuovo servizio streaming del gruppo Discovery+ ha acquisito il diritto di trasmettere lo spettacolo interamente, con 2.500 ore di diretta e 30 canali. Dirette anche su Eurosport.

Nelle 3 settimane si alterneranno 33 sport differenti e 50 discipline distribuite su 339 eventi in 42 posti diversi. Dovrebbero essere 207 le nazioni che parteciperanno. Assenti saranno la Russia, deferita dall’agenzia mondiale antidoping Wada nel 2019 dalle competizioni mondiali per 4 anni, e la Corea del Nord, ufficialmente per paura dei contagi. Al Villaggio Olimpico dovrebbero alloggiare più di 10mila atleti. Banditi gesti, proteste e dichiarazioni politiche durante le premiazioni, libertà di esprimere qualsiasi opinione invece durante le conferenze stampa, le interviste e le zone miste. Anche a Tokyo, dopo Rio 2016, sarà presente il Refugee Olympic Team composto dagli atleti rifugiati da Siria, Afghanistan, Sud Sudan, Iran, Eritrea, Repubblica democratica del Congo, Camerun e Venezuela.

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