Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Fidal, il nuovo vicepresidente Sergio Baldo: "Investire su dirigenti e tecnici"
Buone aspettative per gli azzurri dell'atletica leggera nella prossima Olimpiade che si apre a Tokyo dopo lo slittamento di un anno
Dalla passione alla professione. Questa è l’atletica leggera per il professor Sergio Baldo, trevigiano di Roncade (presidente della locale società di atletica leggera), appena nominato vice presidente nazionale della Fidal, la Federazione italiana Atletica leggere.
Una nomina importante a coronamento di una vita passata in questo ambiente, prima come atleta, poi come allenatore e quindi come dirigente.
Come e quando si è avvicinato all’atletica?
A 13 anni praticavo pallavolo. Il mio professore di educazione fisica a scuola mi ha indirizzato verso l’atletica, specialità salto in alto, e quello è stato l’inizio di una avventura prima come atleta, poi come allenatore e ora come dirigente, una carriera che sognavo, ma mai avrei pensato di poter realizzare.
Salto in alto come atleta, specialità difficile, molto particolare, tecnica…
Mi ha aiutato anche la mia statura perché ho cominciato subito bene e a me piaceva molto. Ho cominciato nel 1981 e ho dovuto smettere a causa di un infortunio nel 1996. In questo lasso di tempo ho anche conquistato un titolo italiano juniores, vestito la maglia azzurra e ottenuto un primato personale di 2,22.
Lasciato quindi l’agonismo, cos’ha pensato di fare?
Ho avuto l’opportunità per completare gli studi a Padova, prendendomi quello che allora era il diploma all’Isef e poi la Scuola dello Sport del Coni a Roma.
Contemporaneamente ha anche cominciato ad allenare, giusto?
Sì, è stata una bellissima esperienza, anche perché mi ha permesso di mettere in pratica proprio quello che stavo studiando o che avevo studiato all’Università. Mi sentivo molto motivato e anche preparato. Senza dubbio è stato un periodo molto importante e particolare.
Anche perché in quegli anni c’è stata l’entrata a far parte delle Fiamme Oro…
Che poi è il sogno di tutti gli atleti che ambiscono a proseguire con la carriera sportiva. Qui nei gruppi sportivi militari si cresce moltissimo come persone e come atleti con l’obiettivo unico e dichiarato di poter partecipare a un’Olimpiade.
E infine la sua terza vita e cioè quella di dirigente sportivo…
Iniziata proprio con le Fiamme Oro e adesso anche in Fidal. Sono stato nominato vice presidente anche perché sono stato il più votato, anche se la mia cordata di riferimento non è uscita vincitrice dalle elezioni. Comunque, è un segno evidente che in questi anni abbiamo lavorato bene e il fatto di essere coordinatore di una società e squadra importante come le Fiamme Oro ha avuto il suo peso.
Ma questo è anche l’anno olimpico. Che sensazioni ha?
Diciamo che noi raccogliamo i frutti del precedente consiglio e, a causa dello slittamento delle Olimpiadi di Tokyo a motivo del Covid, noi avremo la storica possibilità di partecipare a due Olimpiadi.
Con che aspettative ci avviciniamo all’appuntamento olimpico?
Con buone aspettative. Intanto abbiamo Gianmarco Tamberi che può ambire a una medaglia. La specialità del salto in alto è difficilissima anche per l’approccio complesso alla gara. Poi abbiamo la marcia sia maschile che femminile con Giorgi e Palmisano… Ci sono anche le staffette 4x100 con Tortu e Jacobs se si riesce a trovare altri due staffettisti potremo dire la nostra anche se la concorrenza è grande così come nella 4x400. Riuscire a centrare le finali comunque sarebbe un grande obiettivo.
Ma come è lo stato di salute dell’atletica leggera?
Negli ultimi 6-8 anni il numero dei tesserati è aumentato grazie al running. Ma anche l’atletica di base sta crescendo visto che iniziamo dai 6 anni. Come presidente dell’Atletica Roncade stiamo vedendo arrivare ragazzi che provengono da altre discipline che magari sono state bloccate da questa pandemia. Noi, comunque, dobbiamo investire sugli allenatori perché hanno un ruolo chiave.
Obiettivi da vice presidente Fidal?
Noi siamo legati alla sostenibilità dei progetti. Dobbiamo supportare le innovazioni, ma con un occhio alla sostenibilità di questi progetti. Dobbiamo investire sulla formazione di nuovi dirigenti e anche nuovi tecnici perché al giorno d’oggi ci vogliono grandi competenze. E me ne accorgo ogni giorno anche come presidente di una società sportiva.
Insomma, un trevigiano ai vertici dell’atletica nazionale con l’obiettivo di contribuire a rilanciare il settore.