sabato, 07 settembre 2024
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I “NOSTRI” ATLETI ALLE OLIMPIADI. Manuel Frigo nuota nella staffetta più veloce

“Non sarà facile riconfermare l’argento di Tokyo, ma ci proveremo”. Manuel Frigo, 27 anni, nato a Cittadella, ma residente a Castione di Loria, componente della staffetta 4X100 stile libero, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo, si sta preparando in Spagna per la sua seconda avventura olimpica, a Parigi

“Non sarà facile riconfermare l’argento di Tokyo, ma ci proveremo”. Manuel Frigo, 27 anni, nato a Cittadella, ma residente a Castion di Loria, componente della staffetta 4X100 stile libero, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo, si sta preparando in Spagna per la sua seconda avventura olimpica, a Parigi. Si sta preparando con qualche intoppo, visto che a quaranta giorni dall’esordio olimpico, Frigo si trova bloccato con la febbre a 38° per una influenza. “Ma sta già passando - spiega Manuel - la febbre sta scendendo e punto a essere al top per la gara”. Sarà impegnato sempre con la staffetta 4X100 sl il 27 agosto prossimo.

Ci sono molte aspettative sulla vostra staffetta, come procede la preparazione?

A parte il mio intoppo, sta andando benone. Siamo tutti belli carichi e ci proviamo a ripetere Tokyo, ma non sarà certamente facile. Adesso siamo qui in ritiro a Tenerife, poi ci sposteremo a Roma per la rifinitura e poi il 24 partiremo per Parigi.

Intoppo che non ci voleva, quello della febbre...

In effetti non ci voleva, ma piuttosto che capiti più in là, meglio ora che abbiamo tutto il tempo per recuperare. La febbre sta già scendendo e punto di riprendere gli allenamenti tra pochi giorni.

Staffetta collaudata, la vostra.

Noi puntiamo su questo aspetto visto che siamo andati sempre sul podio nelle manifestazioni dove abbiamo gareggiato insieme.

Ma a livello personale, come stai vivendo questa vigilia olimpica? Cosa ti aspetti?

Sinceramente non so proprio cosa spettarmi da un punto di vista ambientale. E’ la mia seconda Olimpiade, ma a Tokyo eravamo in pieno Covid e la situazione era surreale. Parigi, quindi, per me sarà la prima vera Olimpiade.

E da un punto di vista professionale?

Dal momento che facciamo questo lavoro, si tratta di una gara da disputare al massimo e possibilmente vincere. Ho la consapevolezza però che si tratta di una gara importante, un passaggio della mia carriera determinante. Magari quando smetterò valuterò il tutto sotto un altro aspetto, ma al momento è così. Infatti, il tempo libero è poco perché facciamo due allenamenti al giorno ed al sabato uno. Nel tempo che mi rimane, mi devo riposare al massimo. Penseremo alle vacanze quando avremo terminato l’avventura olimpica. Amici? A Castione, dove abitano i miei, ne ho pochi perché quando siamo andati ad abitare lì, ero già molto in giro con la Nazionale. Ho amici a Galliera, dove sono cresciuto e poi gli amici di scuola, quelli della piscina di Rosà dove mi allenavo, oltre naturalmente a quelli della nazionale. Hobby? Mi piacciono tutti gli sport e se posso li seguo anche. Poi sono tifoso della Juventus. Ma non ho avuto idoli da piccolo, nemmeno nel nuoto.

E da piccolo seguivi le olimpiadi?

Ma certo, come no. Le Olimpiadi sono un evento enorme e mi ricordo di averle sempre seguite.

Come hai iniziato a nuotare?

Lo devo a mia mamma che a 8 anni mi ha portato in piscina a Rosà per imparare e nuotare, prendere i brevetti e poi chissà... magari fare l’istruttore di nuoto. Invece, piano piano mi sono appassionato a tal punto che... eccomi qui.

Il nuoto, lo sport che consigliano a tutti. Anche per te?

E io lo ribadisco. Il nuoto è importante a prescindere, non lo dico perché io lo pratico. Il nuoto è consigliabile a tutti, perché è importante per il fisico, specie dei giovani. Ai genitori però io dico: sentite il parere dei vostri figli e poi lasciateli decidere da soli.

Gabriele Zanchin

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