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Cellule staminali, la storia di Giovanni, donatore due volte

Oltre la raccolta del sangue cordonale, la scelta di neo papà e diciottenni per salvare vite

Quella di Giovanni e dei ragazzi che a 18 anni confermano la disponibilità alla donazione di cellule staminali emopoietiche, in continuità con la scelta fatta dai genitori alla nascita, con la donazione del sangue cordonale a una banca pubblica, è un dono doppio e doppiamente prezioso.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è una cura salvavita per molte forme di leucemie, linfomi e altre malattie del sangue: ciascun iscritto al Registro nazionale Ibrdm può donare una volta nella vita in caso di compatibilità con un paziente, ma i ragazzi alla cui nascita è stato donato il cordone rappresentano una doppia opportunità per i malati.

E doppio è anche il dono delle coppie che destinano il sangue cordonale alla banca pubblica e dei papà che si iscrivono al Registro italiano donatori Ibmdr aderendo al progetto “Bimbo dona papà dona”.

Giovanni vive a Treviso, dove frequenta l’ultimo anno del liceo scientifico, e ha appena compiuto 18 anni: una delle sue prime decisioni da maggiorenne è stata esprimere la disponibilità a donare le cellule staminali emopoietiche (che oggi nel 90% dei casi hanno sostituito il midollo e si ricavano con un prelievo di sangue). Iscrivendosi al Registro dei donatori Ibmdr, ha rinnovato l’impegno preso alla sua nascita dai genitori, con la donazione del sangue cordonale, risultata compatibile per un paziente statunitense in attesa di trapianto nel 2008.

Giovanni è così due volte donatore. La sua storia, tuttavia, non è unica, ma simile a quella di un’altra ventina di ragazzi che hanno già aderito al progetto della federazione italiana Adoces (Associazioni donatori cellule staminali) “Nati per donare, cresciamo donando”. “Se la donazione nasce e si coltiva nel contesto familiare – spiega Alice Vendramin, presidente di Adoces Treviso –, è più facile che venga interiorizzata dai ragazzi e incontri la loro disponibilità a confermare la scelta di donare una volta maggiorenni. Questo lo abbiamo riscontrato anche con un altro importante progetto, “Bimbo dona papà dona”, che invita i futuri padri a iscriversi al Registro contestualmente alla donazione del sangue cordonale effettuata dalla compagna alla nascita del loro bambino”.

La doppia donazione (sangue cordonale e iscrizione del giovane) è tanto importante perché, con il richiamo, il laboratorio della Banca del sangue cordonale di Treviso, in capo al reparto di Medicina trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello, può verificare che la sacca crioconservata sia ancora idonea e quindi utilizzabile ai fini del trapianto. Non solo, si crea una doppia fonte di staminali utile per le strategie terapeutiche e per nuovi futuri sviluppi nelle cure.

“Sono cresciuto sapendo che la donazione che i miei genitori avevano compiuto quando sono nato è servita a salvare una vita – spiega Giovanni – . Per me la donazione rientra nella normalità delle cose, l’unica domanda che mi sono posto è stata: perché non farla?”.

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