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Scuole paritarie, si guarda al modello Trento: “Svolgiamo un servizio pubblico”

La Fism Treviso in assemblea approva il bilancio 2023. La federazione assiste oltre 200 strutture tra scuola dell’infanzia e nidi e le sta aiutando a rinnovare le convenzioni con i Comuni. La presidente Rubinato chiede più fondi per non gravare sulle famiglie

Si è svolta il 24 aprile, nell’auditorium della Provincia di Treviso, l’assemblea degli oltre 200 gestori delle scuole d’infanzia e nido aderenti alla Fism (la federazione trevigiana è la più rappresentativa del Veneto per numero di associati). Prima dell’approvazione del bilancio 2023 (chiuso con un leggero utile di poco più di 14 mila euro), la presidente Simonetta Rubinato ha snocciolato, alla presenza anche del presidente regionale Stefano Cecchin, i numeri dell’attività svolta a favore degli oltre 15 mila bambini, da 0 a 6 anni, frequentanti le strutture associate. A partire dalla formazione degli insegnanti (quasi 10 mila ore offerte durante l’anno), fino alle numerose iniziative rivolte alle famiglie, tra queste i prossimi incontri in programma il 3 e 4 maggio a Conegliano e Quinto, con la prof.ssa Monica Amadini, per promuovere e valorizzare lo sviluppo delle competenze educative di genitori e nonni (con il contributo di Banca delle Terre Venete). E poi la consulenza offerta ai gestori associati per il rinnovo delle convenzioni con i Comuni (91 le scuole coinvolte).

“Se abbiamo chiuso il bilancio con un leggero utile, lo si deve al fatto che, a partire dalla presidenza, qui c’è gente che presta migliaia di ore di volontariato all’anno per tenere in piedi la baracca. Che è lo stesso motivo per cui – ha spiegato Simonetta Rubinato – le nostre scuole dell’infanzia e nido riescono ad offrire alle famiglie un servizio educativo di assoluto livello, facendo risparmiare allo Stato oltre 67 milioni di euro l’anno e ai Comuni circa 8 milioni e mezzo di euro. Svolgiamo un servizio pubblico, alla pari delle scuole statali e comunali, ma i nostri bambini, le famiglie e il personale delle nostre scuole di comunità continuano ad essere oggetto di una lampante discriminazione”.

Per la Fism trevigiana l’obiettivo è il modello Trento, provincia in cui la percentuale di bambini iscritti all’infanzia paritaria è in linea con quella di Treviso. “Solo che a Trento, grazie al finanziamento della Provincia autonoma, le scuole paritarie percepiscono la bellezza di 60 milioni di euro in più delle nostre, con un finanziamento annuo pari a 9 mila euro a bambino trentino, contro i circa 1.045 euro di cui beneficia il suo coetaneo trevigiano. Se oggi il sistema tiene ancora è grazie alla retta pagata dalle famiglie e all’apporto di volontari, delle donazioni e raccolte fondi garantito dai gestori delle nostre scuole” ha fatto presente la presidente Fism, annunciando che presto saranno disponibili i risultati della ricerca commissionata sul tema al prof. Alessandro Rosina.

Il servizio educativo offerto dalle oltre 200 scuole dell’infanzia e nidi associati alla Fism Treviso deve pure fare i conti con il calo della natalità che in soli 5 anni (dall’anno scolastico 2021/2022 a quello 2025/2026) farà venir meno 2.392 bambini, pari a circa 104 sezioni. Le proposte per risolvere questa disuguaglianza nascosta esistono, “a partire dal riconoscere al Veneto la competenza legislativa primaria in materia di sistema integrato 0-6 anni con le risorse adeguate, superando finalmente la spesa storica che ha permesso allo Stato sino ad oggi di “risparmiare” oltre 400 milioni l’anno a carico delle nostre famiglie, costrette a pagare una retta per la frequenza dei propri figli alla scuola dell’infanzia perché qui le comunità locali virtuose e lungimiranti hanno costruito le scuole materne ben prima che lo facesse lo Stato” ha concluso Simonetta Rubinato che ha poi annunciato la messa online del nuovo sito web della Fism Treviso.

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