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Incontro su bullismo e cyberbullismo: un ragazzo su due “vive” la violenza

Sono i dati raccolti in una recente ricerca dall’Osservatorio indifesa di Terre des hommes e dalla community Scomodo e presentati agli studenti di alcune scuole superiori di Treviso, nell’appuntamento promosso da fondazione Zanetti lo scorso 12 febbraio
20/02/2025

Tecnologia e intelligenza artificiale, come ben sappiamo, stanno facendo passi da gigante, e il vero quesito resta purtroppo quanto noi umani riusciamo a tenere il passo con queste innovazioni, e soprattutto quanto stiamo investendo sulla conoscenza dei loro funzionamenti ed eventuali pericoli. Il pensiero è rivolto soprattutto ai minori, poiché tendenzialmente dotati di meno strumenti per interpretare correttamente la realtà. E proprio di questo si è parlato lo scorso 12 febbraio all'auditorium di Sant'Artemio insieme a oltre 300 ragazzi e ragazze delle scuole superiori di Treviso (Canova, Besta, Giorgi-Fermi, Alberini, Lepido Rocco). L’incontro, organizzato dalla fondazione Zanetti e parte della rassegna “Passi verso l’Altrove” dedicata agli adolescenti, è stato pensato per poter “rispondere tempestivamente ai giovani”, come sottolinea il presidente della Fondazione, Mauro Pizzigati. Presenti Paolo Ferrara, direttore di Terre des hommes Italia, che ha presentato un'indagine su bullismo e cyberbullismo, Letterio Saverio Costa, della Polizia di Stato, la psicoterapeuta Marzia Terragni e la scrittrice Cristina Obber.

L'indagine

In occasione del Safer Internet Day (lo scorso 11 febbraio), l’Osservatorio indifesa di Terre des hommes e la community Scomodo hanno raccolto nuovi dati sul tema del bullismo e del cyberbullismo, intervistando quasi 3 mila giovani under 26. Secondo la ricerca, i pericoli principali riscontrabili online per ragazzi e ragazze sono il cosiddetto revenge porn (58%), l’alienazione dalla vita reale (49%), molestie (47%) e cyberbullismo (46%). A proposito di fotografie e video intimi, l'86% del campione comprende la pericolosità della loro possibile diffusione, ma un 12,5% non sa di poter sporgere denuncia nel caso gli accadesse in prima persona. Riguardo agli atti di violenza più in generale, un ragazzo su due sostiene di averla subita, soprattutto violenza psicologica e verbale (nel 60% dei casi), ma anche molestie sessuali (39%) e catcalling (52%), con una netta maggioranza di ragazze, e, infine, atti di bullismo (43%), dove invece si registra una prevalenza (non altrettanto schiacciante) di vittime maschi. Una nota che fa riflettere è che “solo” nell'8% dei casi le giovani vittime non ne parlerebbero con nessuno, mentre l'interlocutore privilegiato (quando c’è) sono gli amici.

Risvolti psicologici gravi tra le vittime, tra cui perdita di autostima, ansia e attacchi di panico

Revenge porn

Il nome è un po’ fuorviante, ma i ragazzi dimostrano di coglierne pienamente il senso. Per revenge porn si intende la condivisione in rete di foto e video intimi senza il consenso dei soggetti che vi appaiono. Un fenomeno molto diffuso anche tra gli adulti, tanto che nel 2021 è stata introdotta una legge ad hoc (art 612 ter del codice penale) per iniziare ad arginare il problema. Lo spiega il dottor Letterio Saverio Costa, direttore tecnico capo della Polizia di Stato, che invita i ragazzi a ragionare collettivamente sul tema, con un microfono che passa di mano in mano.

Anche perché il 60% della pedopornografia riguarda direttamente i minori, e i ragazzi dimostrano poca dimestichezza (ma volontà di imparare) con le differenze, ad esempio, tra detenzione e condivisione.

Nella maggior parte dei casi le motivazioni si rintracciano nella vanteria, nella vendetta, nel ricatto (economico, ma più spesso emotivo), ma anche per un gesto involontario. L’invito è quello a “fare rete, parlarne tra di voi per individuare e arginare bullismo, ma anche rapporti malsani, visto che l’amore che non dà libertà non è amore”, chiarisce Letterio Saverio Costa: lezione utile, purtroppo, anche per gli adulti.

Bullismo e cyberbullismo

Più approfonditamente di bullismo e cyberbullismo hanno parlato la psicoterapeuta di Terre des Hommes, Marzia Terragni, e la scrittrice Cristina Obber, autrice di “Ci vediamo in chat”, edito da Battello a Vapore nel 2024 e donato dalla Fondazione Zanetti alle scuole trevigiane. Terragni evidenzia nel bullismo, non solo quello realizzato tramite device, “risvolti psicologici davvero gravi: perdita dell’autostima, perdita della fiducia nell’altro, ansia, attacchi di panico, depressione, autolesionismo, disturbi alimentari. Negli ultimi anni vedo sempre più ragazzi con crisi di panico, che non partecipano più allo sport, non frequentano gli altri, hanno paura di andare a scuola, e quindi si ritirano”. Dinanzi a queste riflessioni, alcuni ragazzi hanno voluto condividere le proprie esperienze personali, proponendo domande ai relatori. Alcune storie toccanti le ha raccontate Obber, invitando attivamente i giovani a non fare da spettatori: “Voi dovete scegliere in che gruppo volete essere: quello degli indifferenti, che pensano di non c’entrare nulla, o quello di coloro che prendono una posizione? La vita è fatta di scelte. Perdoniamoci gli errori di valutazione, ma mettiamoci in prima linea, siamo disposti ad ammettere di aver sbagliato, di aver minimizzato. Siete cittadini e cittadine, siete il presente e non solo il futuro”.

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