Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
La nostra famiglia: a Treviso da cinquant’anni accanto alle famiglie e ai bambini con disabilità
“Quando arriva una diagnosi per un bambino che non si riesce a collocare nei normali parametri, la prima reazione è quella di paura, paura di essere lasciati soli. I tempi di vita familiare cambiano, cambiano le priorità. Inizia una grande battaglia che ci chiede di non dimenticarci della nostra umanità e degli altri componenti della famiglia. Attraverso tutto questo La Nostra Famiglia ci ha accompagnati, ci ha aiutati a non ripiegarci in noi stessi e a rendere generativo il nostro dolore”. Con queste parole ha esordito Luisa Tosello, presidente dell’associazione familiari della Nostra Famiglia, mamma di Leonardo, e di altri due ragazzi: “Non me li sono persi per strada grazie ai percorsi per le famiglie e di sostegno ai fratelli, così ho potuto strutturare un contesto che si faccia carico della mia famiglia anche in futuro, quando non ci sarò più”.
Questa è una delle tante testimonianze di affetto e gratitudine che sono arrivate alla Nostra Famiglia nel corso delle celebrazioni per i primi cinquant’anni della sede di Treviso, che si sono svolte durante una serata, lo scorso 20 settembre, a palazzo Giacomelli, con la presentazione del bilancio di missione e il sabato successivo, 23 settembre, con la messa celebrata in Duomo dal vescovo Michele Tomasi e lo spettacolo della compagnia teatrale Barabao che si è esibita nello spettacolo “I musicanti di Brema”, dal racconto dei fratelli Grimm.
Ventotto sedi in tutta Italia e quasi 25 mila bambini e ragazzi assistiti, 2.300 operatori e 125 progetti di ricerca. Questi alcuni numeri dell’associazione che nel nostro Paese, da 76 anni, si occupa di disabilità nell’età evolutiva. Una cura e un’attenzione alla persona che, tuttavia, devono fare i conti con la realtà, e con una gestione faticosa e costosa, che lascia i conti in rosso, perché è sempre più difficile far quadrare tutte le voci del bilancio, come ha fatto notare la presidente, Luisa Minoli. Alla presentazione del bilancio di missione è intervenuta la rappresentante della Regione Veneto Sonia Brescacin, il sindaco di Treviso Mario Conte, l’assessora al Sociale Gloria Tessarolo e il direttore dei servizi Socio-sanitari dell’Ulss 2, Roberto Rigoli, che partendo dalla sua personale esperienza ha sottolineato le difficoltà quotidiane di medici e personale sanitario nel stare accanto con passione ed empatia a dei bambini malati o con disabilità.
Durante una tavola rotonda di confronto, il direttore generale dell’associazione, Marcello Bellotti, ha messo l’accento sui dati del bilancio di missione e sottolineato l’importanza di un approccio incentrato sulla riabilitazione nei bambini, molto diversa da quella degli adulti, e la necessità, fondamentale, di fare ricerca per sopperire alle difficoltà diagnostiche di malattie rare che affliggono i più piccoli. Con lui Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari che ha, invece, rimarcato la necessità di un’associazione come La Nostra Famiglia, che si prende cura non solo di bambini e ragazzi con bisogni riabilitativi ed educativi speciali, ma dell’intero nucleo familiare, sostenendo “le famiglie più esposte alle raffiche di vento”. Di misure di welfare ha parlato anche Denise Archiutti, delegata alla cultura d’impresa di Confindustria Veneto est, nella cui sede è stato ospitato il convegno.
Ha concluso la serata la responsabile medica del centro di riabilitazione di Treviso, Malida Franzoi, che ha raccontato i percorsi di cura diversificati di oltre mille bambini che si sono rivolti al centro trevigiano, soprattutto per disabilità intellettive, disturbi dello spettro autistico e disturbi dell’apprendimento, ma anche con malattie rare, disabilità complesse che hanno bisogni assistenziali complessi, bambini con respiratori o assistenza per l’alimentazione: “condizioni che una volta non si vedevano e per le quali comunque cerchiamo di valorizzare le risorse che ci sono e soddisfare i bisogni”.
La mattinata di festa, sabato, è invece iniziata con la messa in Duomo, un momento intenso e partecipato nel quale hanno fatto da sfondo le parole del Vescovo, che ha ribadito la centralità del servizio, della carità, della missione: siamo tutti chiamati a servire, specialmente le persone più fragili. Durante l’omelia mons. Tomasi ha ripercorso la storia dell’associazione: “Nata da un’intuizione grande di fede e di fedeltà al Vangelo, poiché non c’è attenzione a Dio se non c’è attenzione alle persone nelle situazioni concrete della vita”. Quello della Nostra Famiglia è, infatti, “un bene fatto bene - le parole del Vescovo -, con la collaborazione di tutti, perché se non ci prendiamo cura gli uni degli altri, non siamo una collettività, né una società degna di questo nome”. E dunque, l’augurio che mons. Tomasi ha lasciato all’associazione: “Cinquanta siano i primi, e sempre più, e sempre meglio, con l’appoggio di tutta la società”. La festa è poi proseguita, tutti insieme: bambini, ragazzi, familiari, personale, volontari, amici e istituzioni, come una grande famiglia, in piazza dei Signori, in un luogo dove non esistono differenze, per lanciare un messaggio di inclusione che ha riempito tutti gli spazi.