Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Il lavoro quotidiano della cooperativa Alternativa per la vera inclusione
“Noi abbiamo un continuo rapporto di scambio e collaborazione con il centro per l’impiego di Treviso e Belluno per quanto riguarda il collocamento obbligatorio delle persone con disabilità, ai sensi dell’art. 14. Non è così semplice inserire questi soggetti o persone svantaggiate. C’è alla base un lungo, serio, lavoro”. A parlare è Marco Toffoli, presidente della cooperativa Alternativa che il 13 dicembre festeggerà trent’anni “di valore alle persone”. “Ci deve essere - spiega Toffoli - la piena disponibilità delle aziende e delle cooperative in primis. Occorre avere presente un’occupazione adatta, costruire un vestito su misura per quella persona che va accompagnata al mondo del lavoro. La cooperativa è un ambiente protetto e nella maggior parte dei casi è ideale. Ma noi puntiamo a un contesto normale di inclusione, in cui la cooperativa è solo un momento di passaggio, soprattutto per i soggetti in cui la disabilità o lo svantaggio non è permanente”.
Alternativa, mantenendo fede a quello che è il suo compito, ha inserito nel mondo del lavoro il 30 per cento di soggetti svantaggiati, per un totale di un centinaio di persone. Il Consorzio Intesa che raggruppa 29 cooperative e un fatturato di 90 milioni di euro, ha 2.000 addetti svantaggiati.
“Resta che tutte noi cooperative, i servizi delle Ulss, i Comuni, Veneto lavoro con i Centri per l’impiego, lavoriamo per una inclusione di coloro che hanno capacità lavorative nel mondo del lavoro, con contratti a tempo indeterminato, con una busta paga vera e propria. Perché l’occupazione è una risorsa importante per garantire la dignità di tutte le persone”. Lo è anche per chi non può essere inserito e rimane nei centri diurni a fare piccoli lavoretti. Anche questi danno dignità e autostima.
A livello consortile, le cooperative hanno ottenuto diverse commesse che vengono affidate loro da quelle aziende che, per svariati motivi, non possono assolvere all’obbligo dell’assunzione di persone con disabilità. Si tratta anche di grosse aziende, nei settori più disparati, dal settore alberghiero, alla produzione lattiero-casearia, ai macchinari per la produzione di vetrate su cui sono impegnate due cooperative.