Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Un viaggio da maturandi sulla via Francigena
Un viaggio lungo l’antica via Francigena, una meta e un ricordo che rimarrà indelebile nei nostri cuori di ragazzi della 5ª B Afm dell’Istituto Einaudi-Scarpa di Montebelluna, in attesa di prendere il diploma e pronti ad abbracciare il mondo del lavoro
Porteremo per sempre, racchiusa dentro di noi, l’avventura che ci ha uniti, ci ha fatti crescere e che più di tutto ci ha messi alla prova: la gita dell’ultimo anno delle superiori, un viaggio d’istruzione diverso dai soliti, impegnativo, entusiasmante, ricco di emozioni e che ci ha tanto arricchiti.
L’obiettivo che ci siamo proposti di affrontare, assieme agli insegnanti che ci hanno accompagnato, è stato quello di ripercorrere a piedi l’itinerario degli antichi pellegrini sulla Via Francigena, partendo da Bolsena per arrivare a San Pietro. Abbiamo così previsto di compiere un tratto minimo di un centinaio di chilometri e pertanto siamo riusciti ad ottenere la “credenziale del pellegrino” ed avere così la possibilità di dormire in ostelli di preti e suore di clausura.
E così siamo partiti! Un gruppo in treno da Treviso, che ha fatto tappa a Firenze prima dell’arrivo ad Orvieto, mentre un secondo gruppo partito in pulmino da Montebelluna ha raggiunto direttamente Bolsena. Ci siamo quindi ritrovati nel nostro primo ostello, stanchi dopo un lungo viaggio e consapevoli che fosse solo l’inizio della nostra avventura. La notte abbiamo dormito tutti in una stanza, per terra e senza materasso; al mattino la sveglia è suonata alle 5.45 ed i primi ad alzarsi hanno preparato la colazione, altri i panini per il pranzo ed altri ancora hanno spazzato per terra o messo le valige in pulmino: eravamo una vera e propria “catena di montaggio”.
Dopo esserci caricati gli zaini in spalla e ascoltato l’omelia di un sacerdote a Bolsena eravamo veramente pronti ad intraprendere il nostro cammino. Un percorso accompagnato, purtroppo, da ore di pioggia battente che ci ha fatto arrivare alla prima destinazione “bagnati fradici”, ma fieri comunque di avercela fatta, sani e salvi. Pertanto ogni mattino, dopo aver letto la preghiera del pellegrino, partivamo per un cammino diverso, incontrando nuovi pellegrini e attraversando paesaggi nuovi (strade, boschi, ulivi), ma sempre con le nostre chiacchiere, canti e sorrisi che ci tenevano compagnia.
Si è trattato di una gita che ci ha dato la possibilità di conoscere meglio l’Italia e i suoi valori – dicono gli allievi- visitando ogni sera la località in cui arrivavamo (Viterbo, Sutri, Campagnano, La Storta e Roma) e poi a Roma il Museo del Vaticano, San Pietro e le altre chiese papali, avendo anche il grande onore di entrare in Vaticano accompagnati da un prete Etiope. E ripercorrendo a piedi questi paesaggi abbiamo, non solo scoperto l’Italia, ma riscoperto anche noi stessi. Abbiamo avuto modo di metterci alla prova vivendo in compagnia, dormendo, ridendo e scherzando ma anche soffrendo e lavorando tutti assieme.
E’ stata un’esperienza che, di conseguenza, ci ha fatto crescere come gruppo e come persone, che ci ha portati ad avere consapevolezza dei nostri limiti e la forza per superarli, avvicinandoci al mondo della Chiesa e ad avere più fiducia nel prossimo. E infine, arrivando a San Pietro con il sorriso sulle labbra e le gocce di sudore sulla fronte, abbiamo capito che nella vita nulla è impossibile.