Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Vacanze tutti insieme, senza smartphone
Stress da scuola e stress da vacanza, il primo perché bisogna “seguirli”, il secondo perché bisogna “impegnarli”.
E se con i bambini l’estate si affronta a colpi di Grest e centri estivi, con gli adolescenti la faccenda è assai più complessa.
D’inverno è evidentemente la scuola a comandare la routine settimanale di giovani e giovanissimi, ma quando questa routine salta per l’arrivo dell’estate e delle vacanze, sono i genitori a doverne creare e gestire delle altre.
Perché le vacanze volano via senza lasciare nulla, se non sono organizzate, proprio come quei weekend in cui gli adulti si ritrovano la domenica alle cinque del pomeriggio piuttosto depressi perché, quando non fai nulla, non ti senti mica più riposato rispetto a quando fai qualcosa.
Venendo meno il contesto scolastico, infatti, è ovvio che i ragazzi sperimentino una maggiore sensazione di libertà e voglia di trasgressione, che li spinge a essere più richiedenti e magari più oppositivi.
Vanno, dunque, iscritti a corsi e campiscuola,mandati da parenti (se ci sono), fatti giocare (e studiare per chi non studiò d’inverno), ma anche coinvolti in lavoretti giustamente retribuiti, ovviamente se fatti e fatti mediamente bene.
Mi capita ancora di incrociare genitori col tabu dei soldi, come se dare la “paghetta” ai figli fosse la mercificazione dei sentimenti familiari.
Ma scusa, tuo figlio studia, quindi, non ha entrate economiche, ma ti chiede i soldi per il gelato, la pizza, il cinema, l’aperitivo, la discoteca e via andare.
E tu a quel punto che fai? Gli dai, comunque, la “mancetta”, cioè i soldi che non ha avuto la soddisfazione di guadagnarsi facendo qualcosa di utile per la sua famiglia e, così, imparando a tagliare l’erba, spazzare il portico, caricare lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie, nonché portando fuori la spazzatura.
E invece no, capita che stiano in divano con Internet e il “clima” dalla mattina alla sera, ormai alti come il loro padre, mentre i genitori si sciolgono correndo a destra e a sinistra.
Ovviamente il tempo non va riempito a tutti i costi solo con cose da fare, è giusto che i ragazzi abbiano anche spazi e tempi liberi per non fare nulla, se non sognare, progettare, pensare.
Nota bene: non mi azzardo neppure a scrivere “tempo per leggere”, poiché con leggere non intendo scrollare il telefono.
Lo so, col discorso si finisce quasi sempre là, eppure li vediamo, i preadolescenti di genitori sinceramente splendidi che, stando alcune ore al giorno sul cellulare, dichiarano che da grandi non studieranno e lavoreranno come i loro genitori, ma faranno i soldi con Internet.
Il concetto di buon esempio è da tempo ampiamente saltato per tutti quei genitori che cedono il loro ruolo agli influencer... Quindi, quest’anno un ombrellone, una famiglia e zero smartphone in spiaggia, per tutti.