Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Gli adulti devono decidere
“Decidere” non è mai stato facile e indolore: il termine viene dal latino e significa “tagliare”. Gli adulti devono decidere se imparare quel che c’è da sapere su internet per poi insegnare, incoraggiare e proibire, o lasciare allo sbando un’intera generazione
Molti mesi sono passati dall’inizio della pandemia, che ha avuto un impatto travolgente sulla vita e sulle abitudini di tutti noi. Il mondo intero è stato messo come in attesa.
Esattamente questo attendere, ha trasformato i limiti imposti dalla pandemia in sicurezze pericolose per la vitalità e per le relazioni. Nonostante si stia gradualmente riconquistando, mediante le riaperture, la normalità perduta, permane nelle persone come uno stato di vuoto, di stallo nei progetti e di allentamento nelle relazioni. Ci stiamo rendendo conto, magari osservando i nostri familiari, che oggi moltissime persone si sentono portatrici di uno stato d’animo che viene chiamato languishing, una condizione in cui non si è particolarmente infelici ma al tempo stesso non si riesce più a provare emozioni.
Soprattutto l’emozione di mancanza capace di darci motivazione, metterci in azione, di farci prendere le necessarie decisioni della vita. Abbiamo vissuto personalmente e collettivamente varie forme di perdita ma a tutto, o quasi, ci si abitua per cui ora è fondamentale far riaprire e ripartire anche le persone e le relazioni. Soprattutto ricollocare bambini e ragazzi in una vita pratica, concreta, lontana dal virtuale, immersa in attività in presenza, obbligandoli a stare fuori, via dal divano, giocando con coetanei.
Certo che i minori mummificati davanti ad un device disturbano di meno, ma consideriamo cosa ha portato l’esposizione massiccia a internet dei minori anche a causa della scuola online: aumento esponenziale della dipendenza, del cyberbullismo, dell’adescamento online, dello shopping sottraendo di nascosto la carta di credito ai genitori e un’infinità di altri disagi e reati. L’esposizione a internet senza alcuna educazione digitale, ha soprattutto allargato il divario di competenze tra genitori e figli.
È la prima volta che succede che la generazione educante, mentre sta ancora educando, sia più indietro di chi vuole e deve formare. Quindi non deve certo essere motivo d’orgoglio, ma di grande preoccupazione, se un adulto ha un figlio tecnologicamente più competente di lui! Nella celebre scena di Matrix, il protagonista si trova davanti ad una scelta difficile: prendere la pillola rossa o la pillola blu? La prima apre alla conoscenza che svela le cose come realmente sono, con le sfide che la consapevolezza impone di affrontare. La pasticca blu è invece quella dell’inconsapevolezza, che consente di vivere in modo illusorio e finto seppur all’apparenza tranquillo.
“Decidere” non è mai stato facile e indolore: il termine viene dal latino e significa “tagliare”. Gli adulti, quelli che non direbbero mai ad un dodicenne “guida tu l’auto mentre io dormo sul sedile di fianco” devono decidere se imparare quel che c’è da sapere su internet per poi insegnare, incoraggiare e proibire, o lasciare allo sbando un’intera generazione. Scegliamo la pillola giusta.