Da quasi un mese, nella sua malattia, Francesco è sostenuto giorno e notte da una incessante preghiera...
La valutazione non è mai né un giudizio né un voto

Ha gettato allarme la nuova Ordinanza ministeriale sulla valutazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado. E le disposizioni dell’Ordinanza ministeriale del 2020 cessano di produrre effetti. Tutti i docenti, a partire da quelli della scuola primaria, sono nuovamente investiti, in corso d’anno, da una disposizione normativa sulla valutazione; l’ennesima richiesta di cambiamento senza che ci sia stato il tempo di sperimentare quella precedente e di verificarne i risultati. Si è detto che i giudizi sintetici aiuteranno i genitori, perché la comunicazione sarà per loro più comprensibile. E i bambini? Qualcuno ha pensato anche a loro buttando a mare tutto il lavoro svolto sino a metà di un anno scolastico in corso? Chi spiega loro che a fine anno scolastico la loro “pagella” avrà due valutazioni differenti nello stesso documento? Il disfattismo non ha mai aiutato nessuno, e pertanto è più efficace riflettere sugli spazi di continuità in tutte le valutazioni possibili, partendo dagli apprendimenti dei bambini non solo a scuola, ma anche nella vita. La valutazione non può essere ridotta né a un voto né a un giudizio, che può essere usato come ricatto, come modalità di valutare la persona, come metro di confronto fra bambini. La valutazione è un modo per “dare valore” al lavoro di allievi, non per classificarli. È bene ricordare che la valutazione educativa si concentra sui progressi individuali: ci dice quello che abbiamo appreso e ci spiega come procedere, è guidata da criteri comunicati in anticipo, mentre un numero non è mai un criterio utile in tal senso, con il rischio di stilare classiche deleterie, sviluppando una motivazione estrinseca all’apprendimento. Una buona valutazione non usa l’errore come stigma, ma lo individua in maniera rigorosa, lo condivide come occasione di apprendimento, per ciascuno. La valutazione educativa insegna ad autovalutarsi, fornendo criteri di riflessione ed evidenziando il vero rapporto maestro-apprendista che illumina il processo per raggiungere, insieme, il traguardo.