Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
Il Vescovo in casa circondariale per la messa con le persone detenute
Sabato 21 dicembre, una giornata limpida, con una una luce fredda ma decisa che però non arriva agli occhi di chi sta oltre lo spesso muro di cinta in via Santa Bona Nuova. Nella piccola chiesetta della casa circondariale di Treviso, al di là di innumerevoli porte solide e spoglie, le finestre sono riquadri bui dal contorno bianco e la luce è quella artificiale del neon. Lo spazio però è accogliente, le stelle di Natale sono numerose e fanno di tutto per far respirare un’aria di festa; le panche sono tutte piene e l’emozione è palpabile nello spazio che si riempie delle parole sorridenti del vescovo Michele Tomasi, che anche quest’anno ha celebrato la messa pre natalizia per i detenuti.
Un quadro che rappresenta Maria con le mani giunte e lo sguardo al cielo campeggia oltre le sue spalle bardate di viola, una sola “grande” donna e madre per tutti quegli uomini in attesa. “Chiamiamo presente questa madre nella nostra vita - esorta il vescovo nell’omelia -, tiriamo fuori il bene che Dio ha messo nel nostro cuore, ed è più facile farlo sotto lo sguardo della mamma. Facciamoci guidare e consolare da Lei”. Ci sono i volontari della parrocchia di Santa Bona - Immacolata, cantano accompagnati da una chitarra, alle loro voci si uniscono quelle di quasi tutti i partecipanti alla funzione e rimbombano tutte potenti contro le pareti, affondano nei presenti. Chiacchiere e risate nell’attesa dell’inizio, applausi spontanei durante i discorsi, è particolarmente lungo il momento di scambio del segno di pace. Nelle prime file il direttore della casa circondariale, Alberto Quagliotto, che accoglie con un discorso iniziale carico di speranza, e poi la comandante Maria Grazia Grassi e accanto, anche quest’anno, il ministro della giustizia ed ex magistrato Carlo Nordio, cui è affidato un discorso conclusivo prima del piccolo rinfresco con pandoro e biscotti.
Il clima è particolarmente disteso, quest’anno, e lo confermano i volontari, sempre presenti in queste occasioni. “Attendiamo il Giubileo, con l’augurio che possa regalare a ciascuno di noi un nuovo inizio, un’occasione per lavorare su di noi e sul bene che vogliamo” legge con emozione un detenuto a rappresentanza dei compagni, e il suo discorso riecheggia in parte quello del Vescovo: “La condanna viene tolta dall’amore, Cristo la toglie e ci libera per il bene, che inizia anche qui e soprattutto qui, perché posso rendere più grande il mio amore, più grande del male - dice mons. Tomasi -. L’energia di Dio è troppo forte e la nostra vita non può farsi ingabbiare dal male”. Vale certamente per chi sta dentro, ma è altrettanto valido per chi sta fuori, lì nella luce algida di dicembre.