Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Vade retro Vannacci
Con Marzio Favero, consigliere regionale ed ex sindaco di Montebelluna, una delle menti più lucide della Lega, abbiamo cercato di fare il punto.
Favero, sembra che la bandiera della Lega non basti più per vincere le elezioni, comprese quelle comunali.
Credo sia difficile intervenire su questo tema. Ogni situazione locale fa storia a sé. Tante dinamiche locali e la frammentazione dei partiti impediscono una lettura unica.
Anche il risultato della Lega alle Europee non è convincente.
Qualcuno, poco avveduto, ha pensato che sarebbe stato bene che la Lega andasse ancora più giù, per aprire una fase di rinnovamento. In realtà siamo riusciti a tenere, se il partito fosse andato ancora più giù, ci sarebbe stato poco da rinnovare. Salvini ha estratto un coniglio dal cilindro, con il generale Vannacci, per superare il trauma della perdita di consenso. Questo, però, non ci regala una prospettiva. Il personaggio è estraneo, prima ci allontaniamo e meglio è. Ho trovato surreali le sue affermazioni sulla “X Mas” fatte in televisione.
Pare che i candidati alle Europee più squisitamente veneti non siano andati molto bene.
Non lo credo. Zaia non ha dato indicazioni di candidati. Avevamo un capolista veneto. Credo, invece, che la Lega debba fare una riflessione sulle idee di fondo, su questo vanno riunite le migliori persone e le diverse generazioni. Va bene l’apertura nazionale del partito, ma il nostro approccio deve essere federalista. Fare processi sommari a questo o all’altro politico della Lega non serve, piuttosto, ristabiliamo il nostro patrimonio di idee. La Lega resta l’unica forza politica che tiene in alto lo stendardo del federalismo, che c’è nella nostra Costituzione; il sovranismo è un deragliamento.
Adesso Fdl chiede la guida della Regione.
Guardi, ogni partito ha le sue legittime ambizioni. La realtà è che, negli ultimi 10 anni, di bolle ne abbiamo viste tante: Renzi, Monti, Conte, Draghi, lo stesso Salvini. Il Paese ha sperimentato tutte le ricette politiche, non ha mai sperimentato la terapia delle terapie, l’autonomia. Giocando con un antico motto direi “extra Legam nulla salus”: senza la proposta politica dell’autonomia, non c’è salvezza.