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Smog: patto padano

“Le città cambiano aria” è il titolo dell’appello presentato lunedì scorso, promosso dai sindaci di Treviso, Milano, Venezia, Torino e Bologna. Appelli al Governo
e all’Europa per sostenere le scelte necessarie. Conte: “Impegno comune che superi logiche di campanile”
23/04/2024

L’appello è stato lanciato lunedì scorso, in occasione della Giornata della terra. Titolo: “Le città cambiano aria. Il patto dei sindaci per una pianura Padana che respiri”. Protagonisti, alcuni sindaci del nord, tra cui Mario Conte di Treviso, che si è fatto promotore di un’iniziativa per la lotta all’inquinamento in pianura Padana assieme ai primi cittadini di Milano, Torino, Bologna e Venezia. L’idea del patto contro quella che, da anni, è una vera e propria emergenza, sarebbe venuta proprio da Conte e dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala; si sarebbe allargata al primo gruppo promotore e, a ruota, ad altri sindaci e ad altre città (per esempio Vicenza, Verona e San Donà), presenti a Milano lunedì scorso.

Da anni, in effetti, la qualità dell’aria peggiora, gli sforamenti, durante la stagione invernale, sono all’ordine del giorno (secondo Legambiente, a Treviso sono già 35 dall’inizio dell’anno per quanto riguarda il livello delle pm10). I tavoli di coordinamento sono pochi e funzionano male. Le polveri non conoscono i confini dei Comuni, delle Province, delle Regioni. Servono scelte comuni, e queste dovranno essere concrete, veloci e coraggiose. La prima cosa sensata da fare, allora, è unirsi. Lo ha ricordato lo stesso Conte, durante il suo intervento: “Dobbiamo pensare alle nuove generazioni, a che mondo vogliamo consegnare a chi verrà dopo di noi. Per questo, serve un impegno comune, che superi le dinamiche territoriali e di campanile”. Il sindaco di Treviso ha anche specificato che in questi anni è stato fatto molto, che non siamo all’anno zero. Ma, evidentemente, non basta.

L’appello lanciato lunedì contiene alcuni impegni, ma è, soprattutto, un grido d’aiuto. Al Governo, all’Europa, ma anche ai cittadini. “Ci impegniamo - si legge - a sostituire tutte le caldaie comunali a gasolio, a continuare a piantumare nuovi alberi, a promuovere misure volte a decongestionare i Comuni dal traffico veicolare, a investire sul trasporto pubblico e a incentivare l’uso di mezzi di spostamento più sostenibili”. Al tempo stesso, “siamo consapevoli, altresì, che le nostre forze, ma soprattutto le nostre risorse, non bastano e per questo chiediamo, con un’unica e forte voce, all’Italia e all’Europa di essere al nostro fianco in prima linea”.

Da qui, alcune precise richieste: “Chiediamo al Governo italiano di rendere disponibili con urgenza investimenti dedicati a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente dei trasporti di persone e merci e delle attività agricole e industriali. Chiediamo investimenti concreti sul finanziamento e la sostenibilità del trasporto pubblico locale, soprattutto nella transizione a mezzi elettrici. Chiediamo anche fondi straordinari per i piani di sostituzione delle caldaie obsolete e, più in generale, per l’efficientamento energetico degli edifici e la riforestazione urbana, in tempi rapidi e con un sistema di erogazione agile ed efficiente”.

L’Unione europea viene invitata a “fare la sua parte”, in considerazione del fatto che “l’area padana è uno dei casi più critici, per le caratteristiche territoriali e l’alta densità abitativa e produttiva”. Perciò, affermano i sindaci, “crediamo che l’unica soluzione sia un piano straordinario a tutti i livelli. La questione della qualità dell’aria non può essere affrontata solo in modo occasionale e su scala comunale: è una sfida continua e costante che coinvolge tutti gli attori del territorio”.

Conclude l’appello: “Chiediamo un forte coordinamento delle azioni, anche tramite una struttura speciale commissariale, che, in accordo con i nostri Enti e coinvolgendo anche le Regioni, ci aiuti a individuare azioni e obiettivi possibili; che ci aiuti a raggiungerli anche tramite l’erogazione di fondi e risorse, da affiancare a quelle del Governo, per far fronte ai tanti interventi”.

Mentre, a Milano, i sindaci firmavano il proprio appello, Legambiente diffondeva i dati relativi agli sforamenti delle polveri sottili nei primi tre mesi dell’anno. Da gennaio a marzo, sono già 4 le città venete fuorilegge per le polveri sottili, avendo superato il limite previsto per il Pm10 di 35 giorni in un anno solare, con una media superiore a 50 microgrammi per metro cubo. Verona (Borgo Milano) con 44 giorni di sforamenti nei primi 91 giorni dell’anno, seguita da Vicenza (San Felice) con 41, Padova (Arcella) 39, e Venezia (via Beccaria) con 36. Seguono a ruota Treviso (via Lancieri) con 35 giorni di sforamento e Rovigo (largo Martiri) con 34. “Da questo momento - fa notare Legambiente - le città fuorilegge non possono più sforare e l’emergenza dovrà essere affrontata sistematicamente per il resto dell’anno”. (Bruno Desidera)

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