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Autonomia: la Corte spiega perché è da “riscrivere”
La Corte costituzionale ha reso note, martedì scorso, 3 dicembre, le motivazioni con cui ha respinto il ricorso di alcune Regioni sull’incostituzionalità della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, ma, al tempo stesso, chiede al Parlamento di riscrivere diverse parti della legge.
Alla luce dell’ampia sentenza della Suprema corte, prendono sostanza le motivazioni che hanno portato alla parziale “bocciatura” del testo. Come era accaduto qualche settimana fa, quando la sentenza era stata resa nota per sommi capi, il mondo della politica si divide. Chi è per l’autonomia, come il presidente del Veneto, Luca Zaia, continua a vedere il “bicchiere mezzo pieno”, confermando che “il cammino va avanti”. Chi era perplesso, o contrario, fa notare che la legge Calderoli ha ricevuto tante e tali osservazioni che andrà, in pratica, riscritta.
La Corte, nell’emettere la sentenza, è stata guidata da alcuni criteri. Il primo è che, rispetto al tempo in cui fu riformato il titolo V della Costituzione (con il relativo elenco delle 27 materie trasferibili alle Regioni), sono radicalmente cambiati il contesto economico e quello del diritto, con il nuovo assetto dell’Unione europea. Di conseguenza, la sentenza esclude alcune materie da un possibile trasferimento di competenze. E la Corte le elenca: commercio con l’estero, tutela dell’ambiente, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione, professioni, ordinamento delle comunicazioni, norme generali sull’istruzione.
Inoltre, la Corte costituzionale stabilisce che l’autonomia differenziata è costituzionale soltanto se si trasferiscono alle regioni “specifiche funzioni” e non intere materie. Non potrà, insomma, accadere che la Protezione civile o l’assistenza sanitaria vengano trasferite in toto alle Regioni.
Infine, viene ribadito il criterio che i lep, i livelli essenziali di assistenza, non possono essere delegati al Governo. In tutta evidenza, l’autonomia differenziata è in gran parte da riscrivere. Proprio per questo, probabile che i referendum per abrogare la legge Calderoli, siano da ritenere superati.