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Verso le Europee/1. Biggeri (Movimento 5 stelle): “Sulla pace gli unici ad avere una posizione chiara”

Al secondo posto nella lista dei candidati nordestini del Movimento 5 stelle (capeggiata dall’uscente Sabrina Pignedoli) c’è un toscano che, tuttavia, a Padova ha vissuto il suo impegno professionale rappresentando ai massimi livelli banca Etica, sorta 25 anni fa nella città del Santo. Ugo Biggeri è nato a Firenze l’11 febbraio 1966, ha una laurea e un dottorato in Fisica, ma il suo impegno primario è quello di economista e attivista: di banca Etica è stato tra i fondatori, in rappresentanza di Mani tese e, poi, presidente dal 2010 al 2019.
31/05/2024

Al secondo posto nella lista dei candidati nordestini del Movimento 5 stelle (capeggiata dall’uscente Sabrina Pignedoli) c’è un toscano che, tuttavia, a Padova ha vissuto il suo impegno professionale rappresentando ai massimi livelli banca Etica, sorta 25 anni fa nella città del Santo. Ugo Biggeri è nato a Firenze l’11 febbraio 1966, ha una laurea e un dottorato in Fisica, ma il suo impegno primario è quello di economista e attivista: di banca Etica è stato tra i fondatori, in rappresentanza di Mani tese e, poi, presidente dal 2010 al 2019.

Alla prima esperienza politica, definisce “tosta” la campagna elettorale, utile per comprendere il Paese profondo, difficile trasmettere contenuti, ma anche tanta passione da parte dei cittadini: “In molti ci credono”.

Biggeri, qual è il modello d’Europa che lei e il M5s avete in mente?

Anzitutto, abbiamo certamente bisogno di più Europa, e non di meno Europa. Più che difendere gli interessi dell’Italia, dobbiamo essere in grado di concordare con gli altri le scelte migliori per tutti. Pensare, oggi, di non andare nel senso di una maggior integrazione europea è fuori dalla storia: certamente, dobbiamo riformare trattati, per esempio, quello sul diritto di veto, che può bloccare l’iniziativa politica dell’Unione, e sulle questioni più stringenti di politica estera e difesa comune. E, poi, dobbiamo arrivare a un coordinamento sulla materia fiscale, oggi troppo diversificata tra i 27 Paesi membri, e non da meno, compiere la transizione democratica: il Parlamento europeo è l’unica assise democratica sovranazionale eletta dai cittadini, ma ha molti poteri in meno rispetto a un Parlamento nazionale.

Quale sarà la sua priorità se verrà eletto all’Eurocamera?

I miei temi sono quelli della commissione sulle Libertà civili, tra cui le migrazioni, oltre alle specifiche su cui lavoro da una vita: finanza sostenibile e sostegno alle imprese su transizione energetica. Poi, c’è il tema pace, su cui solo il M5s tra i partiti italiani sembra avere una posizione chiara: occorre un cessate il fuoco immediato, è questa l’unica scelta efficiente, dal momento che in Ucraina da due anni inviamo armi, ma non stiamo ottenendo alcun risultato, anzi, siamo a rischio escalation. Mentre in Palestina non si sta spingendo abbastanza per una tregua. E’ necessario fermarsi, come ci dice papa Francesco, per non mettere a rischio l’umanità intera.

Cosa pensa del modo in cui l’Ue sta sostenendo la transizione energetica?

Penso che molti partiti stiano conducendo una campagna elettorale basata sulla paura del cambiamento, più che sul merito. E’ ovvio che se, di fronte alla crisi climatica, imposti una transizione errata, pregiudichi il futuro, ma la risposta non è mai la paura. La transizione occorre gestirla, impostarla, perché non pesi sui singoli cittadini o sulle piccole e medie imprese, dobbiamo sapere che accanto ai rischi ci sono enormi opportunità, legate alla transizione.

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