giovedì, 21 novembre 2024
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Il “ferro” ora va di moda, “rivoluzione” per ferrovie e stazioni

Anche se con colpevole ritardo, in Veneto si torna a investire sulle ferrovie. Spiccano l’alta velocità tra Padova e Vicenza, il collegamento con il Marco Polo, le nuove stazioni di Mestre, Treviso e San Donà

Per affrontare la fragilità della mobilità regionale del Veneto, sembra si sia intrapresa la cura ritenuta da molti più promettente, ovvero la “cura del ferro”. Da circa un anno, la rete ferroviaria del Veneto è diventata un grande cantiere. Senza che questo abbia comportato drammatiche conseguenze sulla puntualità dei treni, piano piano, settimana dopo settimana più linee vengono coinvolte in lavori di manutenzione; storiche tratte, come la Venezia-Portogruaro, o la linea Rovigo Chioggia sono interessate da manutenzioni straordinarie.

L’elettrificazione sta procedendo spedita fino a Belluno, anche se non ci sono, al momento, speranze che per le Olimpiadi di Cortina si intervenga fino a Calalzo.

Il collegamento con il Marco Polo

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Quattro interventi sono particolarmente ambiziosi, ovvero l’alta velocità a Vicenza, che significa di fatto il collegamento iperveloce Venezia-Milano. C’è, poi, il famoso “cappio” che dovrebbe stringere l’area vicino all’aeroporto Marco Polo e al progettato stadio, sono gli otto chilometri di alta velocità che collegheranno Tessera alla stazione di Mestre. Il progetto è strano, con questo treno che a Tessera gira in tondo, rallentando a 30 all’ora.

Il trasferimento da Mestre all’aeroporto sarà, così, veloce e in grado di garantire un ulteriore salto di qualità al Marco Polo di Venezia, con un aggancio tra linee aeree e linee ferroviarie tra i più veloci in Europa, esattamente come a Madrid dove si scende dall’aereo e si sale in treno (anche se là i terminal sono quattro).

“Rivoluzione” a Mestre

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La scorsa settimana Rfi, Rete ferroviaria italiana, ha annunciato l’intervento sulla vecchissima stazione di Mestre. Uno snodo fondamentale per tutto il Veneto, ma al momento poco più di una pensilina per i viaggiatori. Per Mestre passano più di 500 treni al giorno e con un investimento di 100 milioni, dopo una serie di autorizzazioni da parte del Comune, si può partire con i lavori. Filosofia di base la “stazione ponte”, un’idea che Rfi prevede anche per altre città, ma che a Mestre dovrebbe ricomporre la frattura fra il centro e Marghera. Grazie a uno scavalco di 31 metri di lunghezza, sopraelevato di 9 sul fascio di binari, si passerà sopra l’attuale stazione e si potrà passeggiare immersi nel verde, con i treni che sfrecciano al di sotto. Verranno potenziati il raccordo con il trasporto pubblico locale e l’intermodalità a favore dei passeggeri. L’attuale fabbricato sarà sostituito da un edificio più moderno, destinato a servizi per il viaggiatore come biglietterie, sale d’attesa, attività ricreative e commerciali. Sarà massimizzato il contributo della luce naturale, con l’utilizzo di vetrate che agevoleranno l’ingresso della luce solare con sensori di luminosità in grado di modulare l’apporto di luce artificiale. Dal lato Marghera, sarà realizzata una nuova uscita in acciaio e vetro. Tutta la stazione prevede ampie vetrate e la presenza di ampi spazi verdi e di aree di passeggio.

Entusiasta il presidente del Veneto, Luca Zaia; alla presentazione del progetto ha parlato di “nuovo rinascimento per il Veneto”: “Non siamo più la periferia dell’Impero. Complessivamente, con un pacchetto di 21 miliardi, rivoluzioniamo la mobilità”. Sulla stessa linea il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: “Un’opera ingegneristica straordinaria che segna il risveglio del Nordest. Una collaborazione tra istituzioni che si concretizza nei fatti, dopo trent’anni di annunci e polemiche. La necessità di costruire una stazione ponte, capace di superare la cesura tra due parti della città, Mestre e Marghera”.

Gli interventi a Treviso e a San Donà

Nel frattempo, si interviene anche sulle stazioni di Treviso e di San Donà di Piave. A Treviso i lavori sono stati avviati e la stazione riqualificata dovrebbe essere il nuovo biglietto da visita della città. Una realizzazione segnata soprattutto da “vele”, a coprire l’area pedoni e le ciclabili. Sarà rinnovato il sottopasso, allargate le uscite e installati nuovi ascensori.

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Sarà realizzato un nuovo spazio pedonale protetto, ricavato dall’estensione delle aree pedonali di fronte alla stazione. Si prevede un rialzamento della carreggiata stradale, su cui verrà imposto il limite di 30 km/h. Ci saranno una nuova area taxi e nuove aree di sosta per le biciclette (Velo Treviso), nuove pavimentazioni, illuminazioni e segnaletiche. L’investimento complessivo è di 13,6 milioni di euro a carico di Rfi e 2,2 milioni di euro del Comune di Treviso.

A San Donà l’intervento è di circa 5 milioni e servirà a collegare la stazione degli autobus Atvo con la stazione ferroviaria. Protagonisti dell’intervento, oltre a Rfi, la Città metropolitana di Venezia.

La partita delle linee da rimodernare

Ma è sulle linee ferroviarie che si gioca una partita strategica. Da un lato, restano storiche criticità come la linea che da Verona si collega a Legnago, dove lentamente si procede alla soppressione di tre passaggi a livello.

O come la Vicenza-Schio, dove la soppressione di dieci passaggi a livello è ancora in fase progettuale. Si sta, invece, intervenendo sulla Bassano-Venezia, una linea strategica dalle straordinarie potenzialità, ma che ancora non ha un progetto per il raddoppio lungo tutta la linea dei binari. Le banchine, su questa linea, sono ancora a circa 55 centimetri dal piano di discesa del treno, costringendo i passeggeri a un piccolo salto per scendere e mettendo in difficoltà chi è in carrozzina.

Prossima anche l’apertura della stazione di Asseggiano, nell’hinterland di Mestre che, di fatto, entrando in funzione, inaugura una piccola metropolitana della città. Dietro a questi interventi, si intravede il vecchio schema del progetto Sfmr, ovvero la metropolitana di superficie, abbandonata dall’assessora regionale, Elisa de Berti, ma che lo stesso Brugnaro ha di nuovo citato proprio in riferimento alla stazione di Asseggiano. Inoltre, da fine 2024 verrà attivata l’elettrificazione sulla Adria-Mestre, con l’immissione in servizio dei nuovi treni già acquistati. Tra gli interventi più impegnativi quelli sulla linea Treviso-Calalzo e quelli sulla Castelfranco-Montebelluna, che fino alla fine del 2024 vedranno spesso l’intervento di servizi automobilistici sostitutivi.

Era il 2013 quando l’assessore ai trasporti della prima Giunta regionale guidata da Luca Zaia, Renato Chisso, annunciava la “cura del ferro”. Sono passati undici anni, troppi forse, ma consoliamoci con il vecchio adagio “meglio tardi che mai”.

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