Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Comuni costretti a nuove tasse
La prossima legge di Bilancio rischia di trasformarsi in un aumento delle tasse comunali, dell’Imu, e in tagli ai servizi. La legge dei numeri non lascia spazio a illusioni: sono 200 i milioni di taglio lineare che arriva sulla testa dei Comuni. Un taglio che si aggiunge a quello programmato nel 2021, 100 milioni per i Comuni, 50 per Province e città metropolitane, ma che fa sentire i suoi effetti nel bilancio di quest’anno. Solo i Comuni in dissesto finanziario, presumibilmente quelli che hanno amministrato male, saranno esclusi da questo provvedimento. Nessuno dei Comuni veneti è in dissesto finanziario, pertanto i cittadini veneti non potranno che attendere le decisioni della propria Amministrazione comunale per sapere come ricadrà questa “spending review”, revisione della spesa, sulla loro testa. Il taglio riguarda anche le città metropolitane e le Province, per una cifra ulteriore di 50 milioni, e sarà rinnovato per cinque anni, fino al 2028.
Nessuna speranza di sfuggire a questa rasatura dei bilanci comunali, perché la trattenuta avverrà alla fonte. Verranno scalati i soldi dal Fondo nazionale di solidarietà comunale (Fsc), che già penalizza i Comuni veneti, perché basato su criteri storici ormai del tutto inattuali. Il Fondo sconta anche il parziale recupero dello Stato sulle entrate Imu che, versate all’Agenzia delle entrate, vengono rigirate ai Comuni con una trattenuta a favore dello Stato. In un quinquennio, verranno sottratte ai Comuni risorse per un miliardo e mezzo.
C’è ancora la speranza, come ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Treviso, Mario Conte, che nel 2023 , anno corrente, non scatti questo taglio, c’è un generico impegno del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Facendo i conti per il Veneto, considerato che la quota di Fsc girata alla regione ogni anno è circa il dieci per cento, si tratta di una cifra che si aggira tra i 30 e i 40 milioni di euro di taglio. Alla fine a Treviso potrebbe mancare circa un milione di euro ogni anno.
Il sindaco di Treviso abbozza, il suo partito è nella maggioranza di Governo, dichiara di apprezzare la capacità di ascolto del ministro Giorgetti. Ammette però, con grande chiarezza, all’assemblea dell’Anci del 20 novembre scorso, che ci saranno tagli nei servizi ai cittadini.
Le previsioni mettono in conto il ritocco in alto dell’aliquota massima dell’Imu per le seconde case, delle imposte per i plateatici; i costi di mense e trasporto scolastico subiranno dei rincari, perché perderanno i contributi dei Comuni. La Regione Veneto non verrà in soccorso, resta chiusa nel fortino dell’addizionale Irpef da non applicare.
Conte parla di “dignità amministrativa”, dopo aver tagliato tutti gli sprechi, adesso i tagli entreranno nella vita dei cittadini, e non ci sarà neppure un recupero nell’assunzione di personale. Giacomo Possamai, giovane sindaco di Vicenza, il cui partito, il Pd, a livello nazionale, è all’opposizione, dichiara: “Molti problemi ricadono già sui Comuni, anche non di competenza, come i costi per i minori non accompagnati. Accade anche nella gestione delle dipendenze, una competenza regionale che, di fatto, ricade sui Comuni che fungono da salvagente: ma ora siamo ai limiti. Per le mense scolastiche, fin qui abbiamo sterilizzato gli aumenti del costo per il cibo, ma questi tagli rendono impossibile continuare”.