Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Lega: Da re a fine corsa e tante incognite
Di teste, ne ha viste rotolare tante. Molte di queste, le ha tagliate lui. Forse proprio per questo, Toni Da Re, il sanguigno “capo storico” della Liga Veneta in salsa filo-bossiana, che ben conosce le regole della casa, ha rinunciato a partecipare in settimana, al direttivo regionale che aveva all’ordine del giorno la sua espulsione (confermata con 14 voti favorevoli, 5 contrari e un’astensione).
Dopo una lunga serie di esternazioni sempre “sul filo” contro il segretario Matteo Salvini, dopo le elezioni in Sardegna, Da Re ha commesso quello che nel calcio si chiama “fallo di frustrazione”. E ha definito il “Capitano”, semplicemente, “un cretino”. Interpretando, molto probabilmente, l’umore della base trevigiana e veneta, ma, evidentemente, andando al di là di quella che è una critica politica. Tanto che gli esponenti del partito più critici con Salvini, come il padovano Roberto Marcato, non hanno nemmeno provato a difenderlo.
Da Re, come accennato, non è certo uno qualsiasi. Eurodeputato uscente, è stato consigliere regionale e sindaco di Vittorio Veneto. Ha guidato a lungo il partito, sia a livello provinciale (quando Gian Paolo Gobbo era segretario veneto) che regionale. Le regole per “sopravvivere” erano semplici: mai andare contro Umberto Bossi, e, al tempo stesso mai perdere il radicamento con la base e con il territorio. Gobbo era il regista, Da Re la punta.
Con la sua uscita la Lega si allontana ancora di più dalle origini da quella Liga Veneta che nei giorni scorsi il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha detto di rimpiangere. E tutto questo avviene alla vigilia dei dodici mesi in cui il partito, che ha caratterizzato la politica veneta degli ultimi trent’anni, si gioca la stessa esistenza politica.
Domenica 10 marzo, Salvini è ancora in campo (ma non più come protagonista) per le elezioni Regionali in Abruzzo (dopo la Sardegna, il centrosinistra sogna un altro sgambetto alla maggioranza). Ma la partita più importante si giocherà l’8 e 9 giugno, in occasione delle Europee e delle Comunali. Ancora non si sa quale sarà la formazione della Lega: alla fine Zaia cederà alle lusinghe di chi lo vorrebbe capolista? Oppure, scenderà in campo il sindaco di Treviso, Mario Conte? Oppure, il generale Roberto Vannacci, ultima trovata del Capitano per evitare la rovinosa sconfitta, si candiderà anche dalle nostre parti, nonostante la base non ne voglia sapere? Intanto, a bordo campo, si scaldano i luogotenenti, come i trevigiani Federico Caner, da una vita in Regione e oggi assessore al Turismo, o il vicesindaco di Treviso, Alessandro Manera.