Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Centrodestra dilaniato: tensioni tra Lega e Tosi, difficile un altro mandato per Zaia
C’è molto di nuovo e molto di antico nello scontro che è divampato nel centrodestra del Veneto. La coalizione che, guidata da Luca Zaia, appariva, nel 2020, come uno schiacciasassi, è oggi dilaniata. Certo, nessuno al momento mette in dubbio il fatto che sia destinata a ritrovarsi unita nei prossimi appuntamenti elettorali, ma resta il fatto che tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia stanno volando gli stracci. Soprattutto - ed è qui che emergono le antiche “ruggini” - la tensione sta salendo alle stelle tra Lega e Forza Italia, oggi capitanata, a livello regionale, da quel Flavio Tosi che dalle parti della Lega conoscono molto bene.
Per due volte sindaco leghista di Verona, Tosi, una decina d’anni fa, ai tempi della segreteria di Roberto Maroni, guidò la Lega del Veneto con metodi spicci, azzerò, soprattutto, la classe dirigente trevigiana, mise in lista solo i “suoi” e fu costretto a lasciare l’incarico, dopo il naufragio elettorale del 2013, lasciando incompiuto il suo sogno, quello di succedere a Luca Zaia alla guida della Regione Veneto. Uscito dalla Lega, fondò un suo movimento, si candidò comunque contro Zaia alle Regionali del 2015 (con risultato deludente). Poi, il lento avvicinamento a Forza Italia, fino alla conquista del coordinamento regionale. Di nuovo al comando di un partito, Tosi non ha perso tempo, iniziando fin da subito una “campagna acquisti” tra i leghisti che un tempo gli erano amici, o comunque tra coloro, e sono tantissimi, che vivono con sofferenza l’attuale situazione della Lega, spinta più a destra da Matteo Salvini. Sono, così, traghettati dalla Lega a Forza Italia, tra gli altri, l’ex vicepresidente del Veneto Gianluca Forcolin, di Musile, l’ex sindaca di Vedelago Cristina Andretta, l’ex senatore Gianpaolo Vallardi, il consigliere regionale Fabrizio Boron.
Negli ultimi giorni, l’artiglieria di Tosi ha iniziato a cannoneggiare verso il bersaglio più grosso: Luca Zaia. Già si guarda alle elezioni regionali del 2025, che potrebbero essere anticipate se l’attuale presidente si candidasse alle elezioni europee, per trainare un partito oggi certamente in difficoltà. Ma Zaia ha altri programmi: alla guida del Veneto dal 2010, aspira a fare un’altra legislatura, ma occorre che sia tolto il limite dei due mandati, stabilito dalla legge. In realtà, Zaia è già al terzo mandato, poiché il limite è stato messo quando già era in corso la sua prima legislatura. Resta il fatto che l’approvazione di una legge sul terzo mandato (che aiuterebbe anche i presidenti di centrosinistra) appare lontana.
A decidere, per la verità, non sarà Tosi; non sarà Zaia; e neppure Matteo Salvini. La scelta sarà di Giorgia Meloni. E non è un mistero, che proprio sul Veneto l’attuale premier abbia puntato gli occhi per garantire a Fratelli d’Italia la presidenza di una regione del Nord. Ma in tanti sono pronti a scommettere che, senza Zaia, la Lega del Veneto salterebbe letteralmente in aria.