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Il cardinale Zuppi sul Sinodo: “Abbiamo lavorato seriamente”

La nostra intervista a margine dell’incontro organizzato dal Centro della famiglia per celebrare i 50 anni della struttura

“È viva, è vitale la Chiesa italiana, discute”. Ospite dell’incontro per i 50 anni del Centro della famiglia di Treviso, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, rispondendo alla domanda di Maria Pia Zorzi, che moderava la serata, sulla “salute” della Chiesa italiana, ha ricordato che la Chiesa “ha la consapevolezza di ciò che è, discute, cerca di cambiare e di affrontare i problemi, di stare insieme, perché in un mondo in cui prevale l’individualismo, noi diciamo che ci sono anche gli altri”. Una Chiesa che, “pur con tante preoccupazioni, ha ancora voglia di combattere il male, la solitudine, di essere spazio di gratuità, di umanità, di accoglienza, lì dove si incontra il volto del Signore, nell’umanità delle nostre comunità e delle nostre Chiese. La Chiesa ha tanta voglia di vivere, di guardare al futuro e di avere speranza. La forza della fragilità ce la insegna il Papa, che ha voglia di futuro, che corre il rischio di cambiare”.

Prima dell’inizio dell’incontro pubblico, il cardinale ha accettato di fare un piccolo bilancio dell’Assemblea sinodale che si era chiusa a Roma pochi giorni prima. “Mi ha colpito la gioia di tutti quelli che hanno partecipato ai lavori sinodali, dove si è lavorato seriamente, intensamente, con grande profitto sui problemi discussi da quattro anni - ha sottolineato -. Quindi, non c’è nessuna sorpresa, nessuna volontà di evitare le questioni e, anzi, la preoccupazione del testo, su cui poi si è discusso, era quella di asciugarlo, in modo tale da confrontarsi sui problemi, sulle richieste e sulle soluzioni. Partiremo sicuramente da questo importante lavoro realizzato dai gruppi, da tutti i delegati. Sarà la nostra base di lavoro, su cui mons. Erio Castellucci e i suoi collaboratori, con le indicazioni uscite da tutta l’assemblea, lavoreranno per l’elaborazione del testo che poi sarà esaminato e discusso a ottobre”. Nessuna rivolta e nessuna spaccatura, quindi: “L’assemblea non è mai univoca e poi, l’aspetto più importante, che tutti i delegati hanno sottolineato, è stato il lavoro dei gruppi. E questo è il materiale su cui lavoreremo e che prenderemo sul serio per aggiustare quello che è necessario per arrivare a un testo corrispondente alle attese. La sinodalità è una dimensione della Chiesa, che è sempre stata sinodale. Oggi - ha concluso - dobbiamo trovarne una maggiore espressione, la forma”.

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