Indubbiamente, quello che ci appare nel racconto è un Gesù umano, compassionevole e misericordioso verso...
Il trevigiano Calò presidente della Fondazione per la ricerca sulla pace
L'insegnante di filosofia trevigiano, premiato nel 2015 dal presidente Sergio Mattarella come Ufficiale al merito della Repubblica, per l'impegno della sua famiglia ad accogliere in casa sei migranti africani, è il nuovo presidente della Fondazione che opera per la pace.

Un “Festival della Pace” a Venezia. E una serie di iniziative, ancora da mettere a fuoco, che abbinino al consolidato ruolo culturale una maggiore valorizzazione dell’ineguagliabile ruolo di Venezia per promuovere, appunto, una diffusa cultura di pace, a trecentosessanta gradi. E’ l’ambizioso obiettivo che il trevigiano Antonio Silvio Calò si pone, nell’assumere la presidenza della Fondazione “Venezia per la ricerca sulla pace”.
Calò, insegnante di Filosofia è noto, negli ultimi anni, per la propria testimonianza, progetti e studi sulla realtà migratoria. Nel 2015 è stato premiato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, come Ufficiale al merito della Repubblica per la scelta, fatta insieme alla sua famiglia, di accogliere in casa propria sei migranti arrivati dall’Africa.
Nel 2018 è stato nominato Cittadino europeo dell’anno dal Parlamento Europeo. Succede a Fabio Gava, nell’ottica di un rinnovamento che ha riguardato tutti gli organi statutari della Fondazione (che ha tra i propri soci fondatori la Regione Veneto, il Comune di Venezia e altre importanti istituzioni veneziane):dal Consiglio d’amministrazione al Comitato scientifico.
“Oggi - spiega Calò - il tema della pace è particolarmente urgente. Ricerca, studio ed educazione sono fondamentali per capire, comprendere e diffondere la cultura della pace. La pace è un bene di tutti. La pace si costruisce con tutti, nessuno deve essere o sentirsi escluso. La Fondazione deve continuare ad essere un luogo dove, a partire dalla riflessione, si attivano eventi e azioni che promuovano al meglio quel pensiero coltivato con lo studio e con il dialogo con il mondo”. Proprio perché la pace “è di tutti o di nessuno - spiega il presidente - durante il mio mandato non intendo continuare a svolgere attività politiche, soprattutto legate a candidature di partito”.
La scommessa, ora, è fare di Venezia, a partire dalle sue tradizioni di dialogo, tolleranza, porta dell’Oriente, ecumenismo, la “città della pace”.