Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
San Donà: piatti di tutto il mondo proposti dagli scout del clan Camelot
Medio Oriente, Turchia, Nigeria... questi sono solo alcuni dei Paesi dai quali provengono le persone che hanno aiutato il clan Camelot del gruppo scout Agesci 1 di San Donà di Piave a realizzare un perfetto menù comprendente piatti da tutto il mondo.
A fine settembre, infatti, come anteprima del mese missionario e come attività conclusiva del capitolo a tema “Geopolitica e migrazioni”, il clan Camelot ha organizzato un pomeriggio di giochi (purtroppo saltati a causa maltempo) e una serata con cena etnica, avendo l’obiettivo di far incontrare alla cittadinanza un’importante realtà del territorio: Ekopra, che si impegna ad accogliere persone provenienti da Paesi stranieri.
“Il capitolo è un percorso che dura molti mesi e nel quale il clan si pone degli obiettivi che hanno come fine portare un cambiamento nei singoli, nella comunità di clan e nella cittadinanza. Ogni capitolo si basa su una tematica che il clan stesso sceglie e si compone di varie fasi: vedere, giudicare, agire - spiega Emma Cereser, nella sua testimonianza scritta dell’attività scout e pubblicata nel sito internet dell’oratorio Don Bosco sandonatese -. Quest’anno il nostro percorso ci ha visti, dopo una prima parte di pura informazione, conoscere persone e storie di testimoni del fenomeno migratorio o delle sue conseguenze. Per questo motivo, l’intento della serata era restituire un po’ di quello che abbiamo appreso e provato alla comunità nella quale siamo inseriti”. Per la realizzazione di questa cena tutto il clan ha dovuto “tirarsi su le maniche”. Alla fine, sono state accolte più di centoventi persone. Ogni portata era preceduta da una breve spiegazione e consentiva ai commensali di immergersi completamente, anche se per poco tempo, nella cultura dei Paesi “portati a tavola”.
“E’ stata una serata lunga e stancante - conclude Emma -, ma vedere così tante persone condividere con gioia cibo e parole ha sicuramente ripagato lo sforzo”.