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Noale: bimbi ucraini impauriti, temono anche l'aereo di linea
L’hub regionale, nell’ospedale cittadino, accoglie già 50 cittadini ucraini in fuga dalla guerra
“La nonna di uno dei bambini ospite a Noale è uscita a fare una passeggiata con la nipotina che, al passaggio di un aereo di linea, si è accovacciata a terra coprendosi la testa con le mani. La nonna, scossa anche lei, ha dovuto spiegare alla bimba che non doveva avere paura perché quello era un aereo buono”.
A raccontarlo, commossa, è la sindaca di Noale, Patrizia Andreotti, all’indomani dell’arrivo delle prime persone migranti provenienti dall’Ucraina e alloggiate nel padiglione Fassina dell’ospedale di Noale.
Si tratta di 11 persone, arrivate in treno a Mestre venerdì 12 marzo, e fuggite da Cernivci, una città che si trova nella parte occidentale dell’Ucraina e che, passando per la Polonia e per Vienna, sono riuscite ad arrivare in Italia.
L’hub di Noale, che può ospitare fino a 100 persone, al momento sta accogliendo 50 tra donne e bambini. L’area degli alloggi era stata ristrutturata nel 2020 per i pazienti Covid e, al momento, è uno dei cinque hub destinati dalla Regione Veneto ai rifugiati ucraini. Una situazione in piena evoluzione visto il crescente numero di persone che continuano ad arrivare. La struttura funge da appoggio alla prima accoglienza ed è gestita direttamente dal Distretto Ulss di Mirano e Dolo. Sono tante le persone di nazionalità ucraina presenti sul territorio che si stanno adoperando, anche per fare da interpreti. Significativa anche la messa a disposizione di famiglie noalesi che si avvalgono della collaborazione domestica di donne ucraine e che stanno agevolando il ricongiungimento familiare mettendo a disposizione le loro abitazioni.
“Chi arriva - torna a spiegare la prima cittadina - arriva con niente. E a Noale si è subito messa in moto un’incredibile macchina organizzativa che è riuscita a raccogliere tutto il necessario sia per i grandi che per i più piccoli’’.
Varcando l’entrata del padiglione Fassina si percepiscono immediatamente le ferite inferte dalla guerra. Ma non solo. Sono assolutamente palpabili anche lo sconforto e la paura di tante persone che sono state costrette a lasciare tutto perché casa loro non era più sicura. Una situazione difficile e davvero molto dolorosa. “Difficile - racconta la sindaca - restare impassibili davanti a questa gente, per lo più donne, circondate da tanti bambini e avvolte da tanta tristezza’’.
Anche le parrocchie di Noale si sono messe a disposizione per dare un contributo, e non solo di tipo logistico. Con le donne ucraine già presenti sul territorio, per esempio, è stata organizzata la recita del Rosario e non manca una preghiera dedicata a ogni celebrazione eucaristica. L’oratorio parrocchiale sarà messo a disposizione come spazio ricreativo e, con il Gruppo missionario, è stata effettuata una raccolta straordinaria di beni che è già stata inviata al confine con la Polonia.
“Dinanzi a queste persone - tiene a precisare il parroco di Noale, don Antonio Mensi - dobbiamo puntare a essere gente di speranza. Noi cristiani siamo tenuti a donarci a partire dal bene. Non dimentichiamo che la vittoria - conclude - è e sarà sempre dell’amore’’.