Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
L'impegno di Peseggia e Gardigiano per il carcere minorile di Treviso
Nella Giornata della carità, le due Caritas hanno portato all’attenzione delle parrocchie il problema sociale dei “Minori in carcere”. A parlarne padre Giorgio Saccon, cappellano del carcere minorile di Treviso, il comandante della Polizia penitenziaria, insegnanti, operatori e volontari
Nasce dalla collaborazione pastorale tra le due parrocchie l’iniziativa che le Caritas di Peseggia e Gardigiano hanno proposto alle loro comunità. Prendendo spunto dalla lettera scritta dal Vescovo, a seguito della visita pastorale, che riportava la sottolineatura che “il servizio della carità, oltre che aiutare le persone che sono in condizioni di necessità, deve educare e sensibilizzare tutti i cristiani sul loro dovere di vivere e praticare la carità”, nella Giornata della carità, le due Caritas assieme al parroco, don Lino Bertollo, hanno portato all’attenzione delle due parrocchie il problema sociale dei “Minori in carcere”.
L’iniziativa si è aperta, giovedì 27 marzo, con un incontro nel quale padre Giorgio Saccon, cappellano del carcere minorile di Treviso, insieme al comandante della Polizia penitenziaria, alla psicologa dell’Istituto, ad un agente, a un’insegnante e a dei volontari, hanno presentato ad un folto numero di persone (giovani dei gruppi parrocchiali, catechiste, educatori, scout, ecc.), la situazione delle carceri minorili.
Dopo la presentazione delle varie esperienze e la proiezione di un filmato, si è sviluppato un dibattito nel quale si sono analizzate problematiche ed evidenziate carenze, facendo emergere come i ragazzi che si trovano in quella situazione non ci sono arrivati perché “cattivi” ma perché, spesso provenienti da situazioni familiari difficili, sono stati spinti verso quel modo di agire da una società che sfrutta le “marginalità” la “periferia dell’esistenza” e poi le abbandona a se stesse.
La serata ha fatto capire che in questa società, dove la “cultura dell’esclusione” occupa una posizione rilevante, la sensibilizzazione delle nostre comunità cristiane è importante. E’ importante educare a conoscere le situazioni difficili per imparare ad aprirsi a chi è nel momento del bisogno, sapendo che tutto ciò può rappresentare l’ancora di salvezza per molti di questi ragazzi che, una volta saldato il loro “conto” con la Giustizia, chiedono solo di avere un’opportunità per tornare a vivere con dignità la loro vita e, se per un certo periodo c’è qualcuno a fianco che li accompagna, possono farcela. L’iniziativa è poi continuata nella giornata di domenica 30 marzo, con la Messa celebrata da padre Giorgio, il quale durante l’omelia ha sviluppato importanti riflessioni individuando nella parrocchia la famiglia dei cristiani, all’interno della quale deve sprigionarsi il bene verso il prossimo, anche verso questi ragazzi, chiamando i giovani al volontariato rivolto ai giovani del carcere e invitando le famiglie ad accoglierne qualcuno per far loro vivere una giornata in famiglia. Poi, al termine della Messa, in continuità con il tema, è stato consegnato ai parrocchiani un volantino che promuoveva una riflessione sull’argomento. Nella stessa giornata si sono raccolti fondi per sostenere, nei mesi estivi, un progetto educativo di “video teatro” rivolto ai ragazzi detenuti nel Minorile di Treviso e le due Comunità si sono dimostrate particolarmente generose.