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L’economia più umana proposta da papa Francesco, dibattito a San Donà

La sala Bachelet della chiesa di S. Giuseppe Lavoratore, a San Donà, ha ospitato la conferenza “L’economia secondo papa Francesco”, organizzata dalla sezione locale dell’associazione Noi. Alla serata sono intervenuti il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, don Antonio Agnelli, autore del libro “L’economia di papa Francesco” e Ludovica Montesanto, giovane laureata in International management all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e facente parte del movimento “Economy of Francesco”
16/05/2024

La sala Bachelet della chiesa di S. Giuseppe Lavoratore, a San Donà, ha ospitato la conferenza “L’economia secondo papa Francesco”, organizzata dalla sezione locale dell’associazione Noi. Alla serata sono intervenuti il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, don Antonio Agnelli, autore del libro “L’economia di papa Francesco” e Ludovica Montesanto, giovane laureata in International management all’Università Ca’ Foscari di Venezia, e facente parte del movimento “Economy of Francesco”.

“La riflessione economica di papa Francesco trae origini da Gaudium et spes, costituzione conciliare del 1965 - ha spiegato il Vescovo -. Il documento promuove il dialogo con il mondo contemporaneo e sostiene che i cittadini abbiano il diritto di contribuire al progresso delle loro comunità, anche attraverso l’umanizzazione dei processi economici, che devono avere una precisa funzione sociale, migliorando le condizioni di vita delle persone, e una forte impronta etica, orientata alla formazione di comunità virtuose”. L’articolo 63 del documento, ad esempio, “prevede che nella vita economico-sociale si debba promuovere la dignità umana, punto centrale, questo, nella riflessione economica condotta da papa Francesco. Il valore, secondo questa prospettiva, si crea attraverso il lavoro e la creatività. L’economia non può porsi solamente l’imperativo categorico di massimizzare i profitti: essa è libera, ma non deve essere lasciata in balia del libero gioco della forza. Il modello economico neoliberista che ci circonda è, tuttavia, insostenibile. Le uniche cose che crescono in natura agli stessi ritmi imposti dal neoliberismo sono i tumori” sottolinea mons. Tomasi.

E’ proprio partendo da una riflessione economica che il Papa, sin dall’inizio del suo pontificato, denuncia la “cultura dello scarto”, che talvolta coinvolge anche le persone. Secondo il vescovo Michele, questa riflessione è inedita: “La dimensione dello scarto è una forte novità di analisi da parte di papa Francesco perché è qualcosa di più dell’esclusione: se tu non sei funzionale al sistema di acquisizione di ricchezza, non solo sei escluso, ma sei proprio eliminato, come il rifiuto nell’inceneritore”.

E’ quindi intervenuto don Antonio Agnelli, che ha ricordato “l’importanza, soprattutto per gli imprenditori, di pagare le tasse, che devono essere eque e fissate in base alla capacità contributiva di ciascuno. Importante, poi, garantire opportunità di lavoro per i giovani, che sono fonte di energia e vitalità per le imprese, come garantire lavoro e maternità per le donne, che non devono mai trovarsi costrette a scegliere tra una di queste due cose. Anche i salari sono al centro dell’attenzione: tra top manager e dipendente - come insegnava Adriano Olivetti - non dovrebbe esserci un abisso contributivo. Non si può neppure arroccarsi contro misure assistenziali, pensate per gli strati più marginali della società, come possono essere il reddito minimo universale o il reddito di cittadinanza” suggerisce Agnelli.

E’, quindi, intervenuta Ludovica Montesanto, giovane economista del movimento “Economy of Francesco”. Montesanto ha raccontato la sua adesione al movimento, che “nacque come evento che si sarebbe dovuto tenere ad Assisi nel 2020”, e che è stato posticipato a causa della pandemia. Il nome Francesco richiama la vita del santo di Assisi a tutto tondo, fa presente Montesanto: “Simbolo di lode verso il creato, di vicinanza verso gli ultimi e di ponte con culture diverse, Francesco, da figlio di mercante, rifletté a lungo di economia e come lui molti francescani, che nel Medioevo contribuirono in modo significativo alla riflessione economica. Obiettivo del movimento è l’incontro tra persone che anelano a un’economia che includa, umanizzi e non depredi il creato”. In questi anni il movimento ha redatto un patto per una nuova economia, “muovendosi tra ricerca, attivismo sociale e progetti imprenditoriali per render concrete queste idee, come il progetto Quid di Verona, che si occupa di recuperare le fibre tessili nelle industrie, oppure la cooperativa La paranza di Napoli, grazie alla quale sono state riaperte le catacombe di San Gennaro o, ancora, la Pacar school nello Zambia, che sta realizzando scuole professionali per i giovani in uno Stato che ancora oggi ne è sprovvisto” conclude Montesanto.

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